Crisi indotto, nuovo capitolo: gli operai Elettroclima lanciano gravi sospetti

 
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Gela. Accordi sulla cassa integrazione violati e sospetti sull’effettivo versamento delle quote del trattamento di fine rapporto da parte dei dirigenti del gruppo. Gli operai dell’azienda Elettroclima, da anni impegnata nell’indotto della raffineria Eni, hanno deciso d’incrociare le braccia.

Lo hanno fatto spontaneamente, a conclusione di un’assemblea. Da diversi mesi, il gruppo versa in condizioni economiche decisamente precarie.
Ridotte le commesse, non è stato possibile assicurare l’impiego di tutti i circa sessanta operai. Solo una minima parte, allo stato attuale, riesce ad essere utilizzata. Gli operai in sciopero, però, lanciano sospetti anche su un presunto passaggio interno alla società.
Le commesse acquisite dall’azienda Elettroclima snc, quasi esclusivamente targate Eni, verrebbero trasferite alla gemella Elettroclima srl che avrebbe assorbito una parte del personale. Gli operai chiedono l’intervento del prefetto di Caltanissetta Carmine Valente. In realtà, già la scorsa settimana, una prima riunione si è svolta proprio in prefettura ma i manager dell’azienda hanno chiesto tempo per incontrare a loro volta i vertici Eni e capire se vi sia effettivamente la possibilità di ottenere nuove commesse.
Nelle ultime ore, inoltre, gli imprenditori hanno inoltrato una richiesta d’incontro anche ai segretari generali provinciali di Cgil, Cisl e Uil.

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