Crisi nera nell’indotto Eni, “ammortizzatori sociali in tutte le aziende”: spuntano gli esodati

 
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Gela. La flessione nell’indotto Eni è sempre più grave e a novembre scadono gli ammortizzatori sociali concessi dopo la cessione di rami d’azienda. Novembre “caldo”. Così, un nuovo fronte di tensione potrebbe aprirsi tra gli operai di Smim ed Elettroclima. “Se il decreto per l’area di crisi complessa non entrerà in vigore prima possibile – spiegano i segretari provinciali di Fiom, Fim e Uilm – più di cento operai si ritroveranno senza niente”. Ad un anno dai blocchi di protesta successivi al piano di riconversione della fabbrica Eni, tutte le aziende dell’indotto hanno dovuto fare ricorso agli ammortizzatori sociali: dai contratti di solidarietà alla cassa integrazione. “La situazione è sempre più difficile – dicono i segretari Orazio Gauci, Angelo Sardella e Nicola Calabrese – l’intero indotto è sottoposto ad ammortizzatori sociali. Non si salva nessuno”.

“Gli esodati senza niente in tasca”. Come se non bastasse, alle decine di operai in cerca di risposte per il prossimo futuro, si aggiungono anche gli esodati. Lavoratori che non hanno ancora conseguito tutti i requisiti previdenziali per la pensione e che, allo stesso tempo, vengono considerati fin troppo anziani per sperare in nuove prospettive lavorative. “Nessuno ne parla – dice il segretario della Fim Cisl Angelo Sardella – ma questo è un altro problema. Sono lavoratori che non riescono ad accedere alla pensione e che, a breve, si ritroveranno senza niente in tasca. Per loro, le coperture previdenziali sono sostanzialmente finite”.

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