Crocetta: Celona? andavo nella sua libreria, lo convinsi io a pentirsi

 
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Palermo.,  «Panorama scrive falsità, mi ha calunniato e diffamato scrivendo cose irreali. Per questo chiederò milioni di euro per danni che devolverò ai ragazzi di quartieri disagiati di Gela, dello Zen di Palermo, di Librino a Catania. Finalmente c’è un giornale che può pagare».

L’ha detto il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta, a Palermo, che ha fatto riferimento a quanto pubblicato dal settimanale «Panorama» che in un lungo articolo parla delle «Relazioni pericolose del presidente».

Il governatore ha spiegato per oltre un’ora ai giornalisti in conferenza stampa i suoi rapporti con i personaggi citati nel servizio del settimanale, dicendo che è in atto «una strategia mafiosa, una macchina del fango per delegittimarmi».

«Una strategia – ha aggiunto – cominciata dall’on. Simona Vicari del Pdl all’inizio della campagna elettorale. Io ho fatto l’assessore, il sindaco, l’eurodeputato non ho mai avuto un avviso di garanzia neanche per abuso d’ufficio. Mi hanno rivoltato e intercettato senza che ne sapessi nulla: non è stato trovato niente contro di me: io i mafiosi li ho denunciati e per questo ho una condanna a morte».

 «È immorale che si faccia un attacco come quello di Panorama a una persona che non è indagata, non ha scheletri negli armadi, e che ha combattuto la mafia. Ho già dato mandato all’avvocato Lo Re di attivarsi per chiedere i danni». «Il magistrato della Dda Nicolò Marino (assessore della giunta Crocetta ndr) – ha aggiunto – non si è mai occupato di inchieste su di me. Se ne occupò il procuratore Patti a cui, nel 2003, appena eletto sindaco, ho rilasciato dichiarazioni per tre giorni, registrate in cui compaiono tutti i nomi delle mie accuse».

«Io ho combattuto i clan mafiosi e gli stiddari, i Rinzivillo, gli Emanuello, i Madonia – ha proseguito – Ho fatto arrestare componenti delle cosche. Ora è stata attivata una strategia mafiosa, una macchina del fango per colpirmi. Ero amico di Barberi, il mafioso? Sì lo conoscevo. Abitava vicino casa mia, era orfano di madre, un ragazzo brillante che amava la poesia. Dal ’77 all’82 e dall’87 al ’90 non sono stato a Gela. Per circa 15 anni non l’ho visto e nel ’90 è stato arrestato. Una volta l’ho incontrato al bar e non l’ho salutato. È stato arrestato, ha preso una via sbagliata. Mi dispiace ma io con lui non ho mai avuto a che fare».

«Emanuele Celona? – ha proseguito Crocetta prendendo spunti da quanto scritto dal settimanale – Andavo nella sua libreria. Lo misi in contatto con la polizia di Caltanissetta dopo che disse che la mafia voleva ammazzarmi. L’Ingegnere Roberto Sciascia, uno degli autori del dossier, è stato condannato, dopo una mia denuncia, per aver affidato senza gara la gestione della discarica di Gela, raddoppiando il prezzo dello smaltimento del percolato rispetto alla media».

«L’ingegnere Sciascia – ha detto Crocetta – è stato condannato dal tribunale di Gela su mia denuncia per avere assegnato ad una società di cui lui era consulente, in affidamento diretto senza gara, la gestione della discarica di Gela ed ha aumentato lo smaltimento del percolato a 130 euro al metro cubo mentre al comune di Corleone è a 65 euro ed è questo mediamente il prezzo. Recentemente è anche stato licenziato dal comune di Gela», ha puntualizzato facendo riferimento all’articolo pubblicato sul settimanale Panorama.

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