Crocetta, Fasulo e i sindacati: a Roma si decide oggi il futuro della Raffineria

 
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Gela. Sale la tensione tra i lavoratori del diretto e indotto della fabbrica Eni.

Ormai da sei giorni le tute blu presidiano pacificamente l’ingresso della Raffineria di contrada Piana del Signore in attesa del verdetto del vertice al Mise, ministero allo Sviluppo economico, indetto per questa mattina alle dieci a Roma. Bisogna fare chiarezza sul contestatissimo annuncio del piano industriale che coinvolge le società appartenenti al gruppo Eni: Raffineria, Enimed e Syndial. Saranno presenti il sindaco, Angelo Fasulo, i segretari nazionali e quelli di categoria di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, i vertici del colosso energetico del cane a sei zampe. Alla base dell’incontro capitolino, la vertenza Raffineria sul piano industriale che, come confermato dai vertici Eni, prevede un investimento di 2 miliardi di euro, l’avvio delle attività di bonifica, la riconversione del sito industriale con un sostanziale ridimensionamento delle unità lavorative. Sul nuovo progetto, che potrebbe essere discusso stamattina al Mise, sarebbero stati inseriti alcuni punti subito contestati dagli esponenti politici di opposizione alla maggioranza retta dal sindaco Fasulo e, più in generale, alla regione dal governatore Rosario Crocetta. L’esponente de il Nuovo centro destra, Lucio Greco, chiede di “conoscere i fautori delle misure di compensazione sottoscritte – sottolinea – dove l’Eni potrebbe finanziare tre diverse iniziative in città. Figura un impegno economico per parte del progetto agro-serro-fotovoltaico della cooperativa Agroverde, di centomila euro per installare condizionatori e due porte nella sala del museo archeologico indispensabili a ospitare, provvisoriamente, la nave greca e della cessione alla fabbrica della diga Dirillo da cui attingere acqua per usi civili”.

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