Crollo ex pontile sbarcatoio, dirigenti e funzionari dal gup: per pm ci furono omissioni

 
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Il crollo si verificò lo scorso anno

Gela. Secondo i pm della procura, il crollo di una consistente parte del pontile sbarcatoio, risalente al gennaio di un anno fa, venne determinato da omissioni negli interventi di messa in sicurezza. Tra le ipotesi d’accusa, infatti, c’è quella di crollo colposo. Questa mattina, davanti al gup del tribunale Roberto Riggio, si sono presentati dirigenti comunali, che si susseguirono alla guida del settore lavori pubblici, e dirigenti regionali, che invece si occuparono del dipartimento ambiente. Stando alle contestazioni, non avrebbero provveduto ai necessari adempimenti, in una gestione del pontile sempre complessa, nel rimpallo tra il municipio e la Regione. In udienza preliminare, rispondono alle accuse  Raffaella Galanti, Santi Nicoletti, Emanuele Tuccio, Aldo Guadagnino, Giuseppe Battaglia e Olimpia Campo. Il funzionario comunale Galanti è stata sentita, per chiarire la propria posizione. Tutti gli imputati escludono responsabilità dirette, ritenendo di aver garantito il rispetto dei doveri dovuti alle rispettive funzioni negli enti di appartenenza. I militari della guardia di finanza, su delega della procura, avviarono indagini dopo il crollo. Vennero acquisiti i contenuti di una denuncia, presentata dal presidente dell’associazione “Aria Nuova” Saverio Di Blasi, che più volte segnalò lo stato di degrado strutturale. Gli investigatori, nel corso degli accertamenti successivi al crollo, individuarono il deterioramento del calcestruzzo e la corrosione dell’acciaio.

Non sarebbero stati effettuati i lavori di consolidamento e messa in sicurezza. Ancora oggi, non è chiaro il futuro della struttura, con la Regione che ha stanziato fondi per la demolizione. C’è però chi, anche a livello politico e istituzionale, vorrebbe salvaguardare l’ex pontile, riqualificandolo. In aula, si tornerà a febbraio. I sei imputati sono difesi dagli avvocati Giacomo Ventura, Feliciana Ponzio, Rita Calò, Massimo Blandi, Dario Vecchio e Vincenzo Campo.

1 commento

  1. Il pontile sbarcatoio e’ morto e non può resuscitare. Dovevate pensarci prima quando era in agonia, effettuando i dovuti interventi. Storicamente rappresenta un passato per gela ma è’ pur sempre cemento che deturpa il litorale. Meglio demolirlo e ricostruire un lido in legno in quanto più caratteristico.

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