Da Spata bordate contro Greco, “mi ha chiamato prestanome come i mafiosi”: “Sesta stella per l’incarico”

 
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Gela. I “botti” se li è riservati per il finale. Il leghista Giuseppe Spata è entrato duro sul “civico” Lucio Greco. Dopo una campagna elettorale votata alla “rivoluzione del buon senso” e ad evitare i “duelli da film western”, non ha tirato il freno a mano. “Li abbiamo distrutti”, ha risposto ad un sostenitore riferendosi al confronto pubblico avuto con il rivale elettorale. “Hanno voluto il confronto e l’abbiamo fatto – ha sbottato infastidito – ma non sono un dipendente dei giornalisti”. “Noi abbiamo messo i simboli – ha proseguito – loro si chiamano civici ma di civico non hanno nulla. Dopo venticinque anni, c’è una coalizione di centrodestra e per questo ci temono e ci attaccano. Sono stati candidati a tutto”. Sul palco di piazza Umberto I, il leghista ha passato il microfono agli “ospiti”. Il coordinatore regionale dell’Udc Decio Terrana la stoccata l’ha messa a segno subito. “Sapete chi è Lucio Greco? E’ lui il pupo che ha già cambiato la sua giunta – ha attaccato – il governo regionale starà con Spata. Il sindaco si chiama Giuseppe Spata e ai mistificatori può dare lezione di moralità”. Il salviniano ha “timbrato” un altro affondo diretto. “Il sindaco giusto? Ma chi gliel’ha data la patente di sindaco? – è intervenuto riferendosi allo slogan della campagna elettorale di Greco – hanno passato il tempo ad offendere. Da questo palco mi ha definito prestanome, un termine che si usa per i mafiosi”. A dargli manforte, il gruppo locale di Fratelli d’Italia ha messo sul palco la deputata nazionale Carolina Varchi e il parlamentare regionale Gaetano Galvagno. Spata uno spazio l’ha riservato pure all’ex rivale del primo turno. L’imprenditore Maurizio Melfa adesso ha deciso di sostenerlo. “Abbiamo bisogno di riprendere la città – ha detto – siamo giovani, mi ci metto anch’io. Spata è una persona perbene al cento per cento”.

All’ultima apparizione pubblica prima delle urne non potevano mancare gli assessori designati (Emanuele Maniscalco, Anna Comandatore, Salvatore Scuvera, Vincenzo Cirignotta e Raffaele Carfì) e i “big” delle liste, i candidati “d’oro” che hanno trascinato la coalizione del salviniano. “Lucio, tu non ascolti – ha tuonato dal palco il consigliere riconfermato Salvatore Scerra che in questa fase fa da portavoce del gruppo – era la sesta stella di Messinese per prendersi l’incarico dopo quindici giorni e poi ha detto che avrebbe dato il ricavato in beneficenza. Siamo noi il futuro. Con lui c’è Siciliano e forse pure la segretaria di Messinese”. Una sfuriata a testa bassa davanti ai sostenitori. Parole pesanti che quelli della coalizione del leghista hanno spedito ai rivali, in attesa di capire se daranno voti.

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