Da via Polizelo alla zona industriale, non si ferma l’abbandono dei rifiuti

 
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Gela. Un runner corre facendo slalom tra ogni sorta di rifiuti, è l’immagine plastica di come la città stia vivendo in questo periodo quella che è sempre stata un’emergenza ancor prima della pandemia.

Le vittime principali dei virus del sacchetto selvaggio sono soprattutto le periferie e quelle aree, soprattutto rurali (dove non arrivano i controlli), devastate dai rifiuti che vengono abbandonati ad ogni ora del giorno e della notte.

Ma ci sono sacche di inciviltà anche nel cuore centrale della città, a pochi passi da un istituto scolastico e a ridosso del cimitero monumentale.

La via Polizelo è l’arteria stradale che costeggia il lato est del Monumentale per poi tuffarsi dentro la periferia nord. Una stradina stretta, senza marciapiedi che però è l’unico sbocco verso Largo San Biagio e il corso principale della città.

Da anni ormai però quella strada si è trasformata in una vera e propria discarica a cielo aperto. Lungo i bordi della carreggiata insistono cumuli di rifiuti talmente grandi da impedire ai perdoni di poter transitare in tranquillità, senza rischiare di essere investiti da qualche auto in transito.

Per terra c’è di tutto, resti alimentari putrescenti, vetro, inerti, materassi e divani, scaricati da chi forse aveva troppa fretta di disfarsi dell’ingombro casalingo. Poco più avanti un basso abbandonato, con la porta scardinata, trasformato anch’esso in discarica.

La situazione non cambia spostandosi a est, lungo la dorsale che porta all’area industriale, dove lo sport, del lancio del sacchetto, è ormai diffuso tra chi si ostina ancora a non praticare la raccolta differenziata porta a porta. 

Una situazione che troviamo anche poche decine di metri avanti.

L’ingresso Est della zona industriale, appena sotto il cavalcavia, è tra le aree che l’amministrazione aveva ripulito appena 15 giorni fa quando lo stesso sindaco aveva annunciato l’ennesimo giro di vite sugli sporcaccioni. Sei dipendenti comunali  avrebbero dovuto  controllare il territorio e tentare di limitare l’abbandono di rifiuti. Una task force impegnata h24 nei controlli contro chi viola le regole sul conferimento dei rifiuti che, ad oggi però, non sembra aver dato i frutti desiderati.

L’area attorno alla zona industriale è di nuovo zeppa di rifiuti. E non si tratta solo di sacchetti lanciati al volo dal furbetto di turno. Qui si trova veramente di tutto, centinai di libri in ottimo stato gettati in mezzo all’immondizia, sanitari e mobili scarti evidenti di qualche trasloco, cumuli di inerti e plastica dati alle fiamme senza che nessuno paghi.

Eppure l’abbandono dei rifiuti è un reato e può costare caro. Chi abbandona rifiuti in strada o ovunque lontano dalle zone predisposte alla raccolta dell’immondizia, rischia multe salate: fino a 3.000 euro nei casi più gravi. Oltre alle sanzioni amministrative, in alcuni casi l’abbandono dei rifiuti può configurare una vera e propria responsabilità penale, punita con la detenzione. Ma questo i furbetti del sacchettino non lo sanno, forse perché, tra le altre cose, anche il loro manuale di diritto è finito tra l’immondizia.

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