Dagli appalti del Comune ai migranti, gli affari di Biondi in città: “Solo per il suo patrimonio”

 
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Le indagini partirono dopo una protesta a Manfria

Gela. Una specie di terra di nessuno, nonostante l’appalto fosse stato bandito ormai tre anni fa dalla prefettura di Caltanissetta. Nell’ex albergo Villa Daniela a Manfria, i migranti ospitati sarebbero stati costretti pure a lavorare nei campi. Tra le accuse mosse dai pm della procura, coordinati dal procuratore capo Fernando Asaro, c’è anche quella di caporalato (oltre alla truffa). Due inchieste parallele, quella dei pm gelesi e quella dei colleghi di Catania (sono due i filoni d’indagine rispettivamente ribattezzati “Balla coi lupi” e “Blonds”), che hanno però tutte lo stesso apice, ovvero il giro di società e cooperative che ruota intorno al sessantatreenne Pietro Biondi, adesso in carcere a Catania. Biondi con Progetto Vita si era aggiudicato l’appalto per la gestione del centro di Manfria, destinato a “cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale”. Come da capitolato della prefettura nissena, l’Ati che ottenne le attività ha incassato una media di trenta euro al giorno per ogni ospite. Stando ai pm della procura gelese, però, in realtà i gestori avrebbero speso una media di soli 2,50 euro al giorno. Si sarebbe tagliato ogni tipo di servizio, costringendo i migranti a pasti anche con cibo deteriorato e senza una vera assistenza medica. In realtà, almeno in base all’inchiesta, il grosso degli introiti incassati dal gruppo Progetto Vita veniva poi smistato su un altro business, i centri per anziani, altro punto forte degli affari di Biondi. L’imprenditore per anni ha avuto in appalto diversi servizi dal Comune di Gela per poi spostarsi su un’altra gallina dalle uova d’oro, i centri per migranti. A Manfria, venne scelta la struttura di un ex hotel, a chilometri di distanza dal centro abitato e senza veri collegamenti. Il consorzio Progetto Vita vinse la gara insieme alla nissena associazione San Filippo Apostolo, alle due cooperative Petix e Montesolidale, entrambe di Montedoro, e alla srl Ad Majora di Mazzarino. Con Biondi, in carcere è finita anche la quarantaduenne Gemma Iapichello, che avrebbe materialmente portato avanti il progetto a Manfria.

Le indagini in città sono partite dopo una manifestazione di protesta inscenata dagli ospiti del centro. Era il maggio di un anno fa e i migranti contestavano le condizioni di vita nell’ex hotel, “dimenticato” anche da chi avrebbe dovuto controllare. Ai domiciliari sono finiti pure due funzionari Inps, Natale Di Franca e Paolo Duca, che avrebbero garantito un percorso preferenziale alle pratiche del gruppo Biondi e inoltre l’avrebbero sempre avvertito in anticipo nel caso di controlli. Così, gli investigatori sono riusciti a scoprire anche assunzioni di parenti. I poliziotti del commissariato hanno seguito la scia dell’inchiesta insieme ai carabinieri di Catania, che invece hanno eseguito il filone “Blonds”. Una serie di continue violazioni che sono costate il carcere ad uno dei più importanti imprenditori del settore dei servizi sociali, in Sicilia e non solo, per anni molto vicino anche alla politica locale. “Nel maggio 2017, i migranti sono scesi letteralmente in piazza per manifestare il loro disagio all’interno della comunità dove alloggiavano – ha spiegato il procuratore Asaro – da lì è nata l’attività d’indagine. Nessuna mediazione culturale, nessuna integrazione al suo interno. Abbiamo accertato che non venivano assolutamente spesi i trentacinque euro versati per le attività del capitolato e previsti nella convenzione firmata con la prefettura di Caltanissetta. Erano gestiti, invece, per incrementare il loro patrimonio personale”.

I nomi degli indagati:
1. BIONDI Pietro Marino, cl.’56 tradotto carcere Catania Piazza Lanza.
2. CHYLEWSKA Hatarzyna Eugenia, detta “KASIA” cl.’80, ai domiciliari.
3. DI FRANCA Natale, cl.‘59; ai domiciliari.
4. DUCA Paolo, cl.‘68; ai domiciliari.
5. FAVATELLA Clara, cl.‘82; ai domiciliari.
6. FOTI Giuseppina, cl.‘72; ai domiciliari.
7. GIANNONE Alessandro, cl ‘83; ai domiciliari.
8. IAPICHELLO Gemma, cl.’76, tradotto carcere Catania Piazza Lanza.
9. PALUMBO Giuseppe Maria, cl. ‘57; ai domiciliari.
10. PASQUALINO Liliana Giuseppina, cl.‘63; ai domiciliari.
11. POLITI Francesca Provvidenza, cl.‘85; ai domiciliari.
12. VENTIMIGLIA Francesca, cl.’61, ai domiciliari.

Le cooperative sequestrate:
Associazione Solidarietà 2000
Cooperativa Comunità Per Vivere Insieme,
Cooperativa Onlus Pianeti Diversi
Cooperativa Progetto Vita Onlus
Cooperativa Comunità Il Quadrifoglio Onlus
Cooperativa Alba
Cooperativa Le Fata Dell’arcobaleno
Associazione Albero Della Vita

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