Dalle macerie il fronte pro-Crocetta, fedelissimi a Palermo con l’ex presidente

 
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Al tavolo della conferenza stampa anche Sara Bonura e Francesco Castellana

Gela. Lo sfogo politico contro l’establishment del Pd che l’ha tagliato fuori dalla corsa per le politiche di marzo, forse, è stata l’occasione giusta per ricompattare quello che resta del fronte locale pro-Crocetta. Ieri, a Palermo, l’ex presidente della Regione ne ha dette di cotte e di crude contro quelli che lo hanno silurato, imponendogli di stare fermo un giro o, probabilmente, di stare fermo e basta. Al tavolo della conferenza stampa, convocata proprio dall’ex sindaco, non sono mancati il capogruppo in consiglio comunale del Megafono Sara Bonura, l’unica superstite della pattuglia crocettiana entrata in municipio tre anni fa, e l’avvocato Francesco Castellana, consulente di lungo corso. Ma di Crocetta non si sono dimenticati neanche l’attuale presidente del Consorzio autostrade siciliane Rosario Faraci né Enrico Vella, commissario dello Iacp di Caltanissetta e già vicario dell’ufficio di presidenza, quando, fino a qualche mese fa, a Palazzo d’Orleans c’era ancora l’ex sindaco. Anche loro hanno timbrato la presenza durante la “sfuriata” palermitana.

Gli uomini di fiducia a Palermo. I fedelissimi non lo abbandonano e la guerra interna al Pd, scatenata anche dall’ex presidente messo da parte, probabilmente non dispiace a nessuno. Insomma, tra le macerie del crocettismo, non tutto è perduto. “L’ha spiegato nel corso della conferenza stampa – dice l’avvocato Francesco Castellana – il Megafono è un progetto che va avanti, anche a livello locale. Eravamo a Palermo perché invitati da Rosario Crocetta. Come ho sempre ribadito, il mio riferimento politico è proprio quello, l’area che si rifà a Crocetta. Contrasti interni tra i fedelissimi? Non credo ci siano mai stati. Di sicuro, siamo coerenti”. Non sono più i fasti di un tempo, ma a Crocetta i pochi fedelissimi rimasti non vogliono proprio rinunciare, in attesa di tempi politici migliori.

1 commento

  1. Caro Rosario
    ricordo quando da quel palco in piazza Umberto gridavi “saro (ò) l’ultimo dei samurai”, tutti abbiamo creduto in te e da te traditi.
    Ho invocato questo momento da ben tre anni (6/11/2014), prima Crocetta passando da Fasulo e il 4 marzo Renzi.
    Con la tua arroganza hai cambiato Gela una nuova Gela di cui “non si torna più indietro”, il cambiamento è iniziato dalla Chiesa Santa Lucia in diretta con Rai Tre, hai ben pensato di sfidare Renzi, che per gran risposta ha messo in ginocchio proprio la tua città, infatti come primo atto del mandato di De Scalzi ha attuato la chiusura, a casa tua, della Raffineria con le conseguenze negli occhi di tutte le famiglie (quelle che restano in piedi).

    Oggi non saremmo a raccontarci questa triste storia, ma di un Renzi fuori dai giochi e un Presidente rieletto a furor di Gela, invece sei in esilio in un paese stupendo del messinese che speriamo non desertificherai come hai fatto con Gela.

    Adesso risparmiaci i piagnistei a cui ci hai abituato, speriamo che non ti arrivino lettere e proiettili giocattolo per far riaccendere i riflettori sulla tua antimafia.

    Che riposi in pace la tua carriera politica.
    Un saluto ai 41 operai amici e colleghi (senza distinzione di Diretto o Indotto) che stanno affrontando la perdita del posto di lavoro.

    Saluti da Viggiano.

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