“Decidono solo Roma ed Eni”, Siciliano dopo intesa: “Che fine ha fatto democrazia partecipata M5s?”

 
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Siciliano attacca il "modello" di gestione cinquestelle

Gela. Le perplessità, soprattutto politiche, le addensa intorno alla gestione della “pratica” Via e sul nuovo protocollo, che portano chiaramente il sigillo del Movimento cinquestelle. L’ex vicesindaco Simone Siciliano, che fu parte fondamentale della prima giunta grillina di Domenico Messinese, non è del tutto convinto di quanto annunciato ieri, in pompa magna, dal ministro Sergio Costa e da Eni. Sblocco della proroga Via per la base gas di Eni e protocollo in vista di una totale decarbonizzazione del sito industriale locale. Per Siciliano, che adesso è segretario politico di “Sviluppo Democratico”, territorio e istituzioni locali sarebbero state tagliate fuori. Così, parla di “sconcertante strafottenza e noncuranza della necessità di evitare che si arrivasse a firmare un altro protocollo d’intesa senza che lo stesso venisse concertato dal territorio, senza che lo stesso venisse argomentato dalle massime rappresentanze politiche del territorio, come il consiglio comunale, la giunta, con in testa il primo cittadino, che si ritroveranno a governare dei processi, decisi da altri, senza esserne stati coinvolti, come se il destino della città debba rimanere di esclusiva titolarità di Eni e Roma”. Per l’ex numero due della giunta sfiduciata, ci sono tanti punti da chiarire. “Che ruolo ha avuto la Regione, che si troverà a governare con la sua farraginosa macchina burocratica gli eventuali processi autorizzativi derivanti dalla firma del protocollo? Che ruolo ha avuto il Tavolo per la verifica del Protocol d’’intesa, di cui il ministro dello sviluppo economico e delle politiche sociali è responsabile insieme a Regione e Comune? – continua – che ruolo ha avuto la Prefettura di Caltanissetta, che viene chiamata in ballo solo quando i protocolli non producono quando sperato? Che ruolo ha avuto il Gruppo di Coordinamento e Controllo, con 5 ministeri coinvolti per la governance dei processi di rilancio dell’area di crisi? Ma sopratutto che ruolo hanno avuto gli attori del Tavolo permanente delle bonifiche, costituito con due dipartimenti del Ministero per la tutela ambientale, l’istituto superiore della Sanità, il Comune di Gela, la Regione Siciliana, la Provincia di Caltanissetta e due comitati tecnico-scientifici come Ispra e Arpa, oltre all’Inail e all’Asp? Dico sopratutto, perché nell’ultima conferenza dei servizi tenutasi a Roma, i componenti del tavolo avevano deliberato che Eni ultimasse le operazioni di bonifica dell’intera area della raffineria di Gela, suoli e falde incluse entro il 2021. Che ripercussione avrà questo protocollo che sembra frutto dell’iniziativa unilaterale di Eni, rispetto ai procedimenti di bonifica bloccati al ministero dell’ambiente?”.

Una linea che in realtà, già ieri, non appena è arrivata l’ufficialità della firma, sia l’amministrazione comunale che i sindacati hanno subito battuto. Volevano essere coinvolti mentre il senatore grillino Pietro Lorefice ha invece ottenuto l’intesa, lavorando principalmente con i suoi canali politici, romani e palermitani. “Che fine hanno fatto la democrazia partecipata e l’uno vale uno? Approfitto per invitare il sindaco a convocare il Gruppo di Coordinamento e Controllo per l’area di Crisi, coinvolgendo le parti sociali e datoriali – conclude – la città tutta a verificare i contenuti del protocollo evitando che finisca come tanti altri precedentemente firmati e poi riproposti in differenti salse, e la cui ricaduta e’ stata di dubbia efficacia per il territorio. Un esempio su tutti è la dismissione delle aree non più in uso alla raffineria, già oggetto di un bando pubblico, concertato con parti sociali e datoriali sotto l’egida della Prefettura di Caltanissetta, oggi riproposto, in salsa “green”, come un atto innovativo, ma che in realtà è frutto degli accordi che hanno portato alla chiusura della raffineria, firmati nel luglio 2012 e riconfermati con la firma del protocollo del 2014 e che ha prodotto il timido tentativo di qualche imprenditore che crede nel territorio, investendo su attività alternative ad Eni. Ridiamo valore al tempo pretendendo che ciò che e’ stato pattuito in passato, venga fatto”.

2 Commenti

  1. Anche se è sempre bene ricordare che Siciliano ha fatto parte della giunta sfiduciata, ritengo che la lucida politica e di persona capace non siano mai venute meno. Bisognerebbe anche ricordare che a causa del commissariamento tutta una serie di percorsi attivati, a vari tavoli regionali e nazionale, sono stati ostacolati da chi non ha mai dimostrato interesse per la citta di gela.

  2. Ancora in giro è questo siciliano!! Ma che cosa vuole , non è bastato che ha rovinato Gela per quel sindaco amici suo e tutti i cinque stelle ?

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