Dem e giunta…c’è spazio di manovra? Di Cristina, “non mi risulta”: nel post elezioni in bilico il capogruppo Cirignotta

 
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Gela. Prima a destra, poi a sinistra.


Dem e giunta. Il sindaco Domenico Messinese e i suoi non hanno ancora trovato la casa politica che cercano. Fallita, forse quasi definitivamente, l’ipotesi di trasferirsi tra i vincitori del centrodestra, almeno dopo il recentissimo esito elettorale, rispunta il loft di centrosinistra. Comodo e confortevole, almeno fino a qualche anno fa, oggi risente dello scossone post elettorale e in città quell’appartamento non è più così gettonato. I tentativi d’intesa, però, potrebbero anche condurre ad una sorta di “vediamo se si può fare”. Da giorni, in municipio, si susseguono le voci di un avvicinamento tra alcuni esponenti del Pd e il sindaco. Non un’intesa conclamata, ma perlomeno il tentativo, appunto, di capire “se si può fare”. L’accostamento tra dem e giunta, ancora piuttosto azzardato, non è però precluso da un no secco. “Non mi risulta – dice il segretario cittadino del Pd Peppe Di Cristina – il tema non mi pare proprio questo. Il Pd deve lavorare per ricostruire il centrosinistra, partendo dal presupposto che non collaboreremo mai con chi ha cercato di azzerare la nostra dirigenza, salvo che non siano loro a cambiare idea. Non ho preclusioni verso nessuno, ma non sono neanche un indovino che possa prevedere le intenzioni della giunta. Non ho sentito nè il sindaco nè altri esponenti della giunta”. In campagna elettorale, il vicesindaco Simone Siciliano ha scelto di sostenere il candidato di Alternativa Popolare Angelo Caci, con gli alfaniani, almeno quello che ne rimane, schierati nel centrosinistra.

Salta il capogruppo? Collocazione che potrebbe diventare definitiva, almeno stando alle mosse di un’alfaniana doc come Simona Vicari, che vorrebbe portarsi la truppa proprio a ridosso del campo dem. “Il problema – continua Di Cristina – è che non si può ragionare per gossip. Se un consigliere comunale del Pd parla con un esponente della giunta o con il sindaco, non significa che ci sia comunanza di vedute o, addirittura, un accordo. Lo stesso vale per le scelte del presidente Alessandra Ascia. Ripeto, non so cosa farà la giunta, ma al momento non mi risulta nessun accordo né con il Pd né con il centrosinistra”. Tra le fila democratiche, però, l’esito elettorale ha lasciato il segno. Arancio è di nuovo all’Ars, ma da lunedì prossimo, quando è fissata la direzione cittadina, qualcosa potrebbe cambiare. In bilico, potrebbe esserci il posto del capogruppo Vincenzo Cirignotta, reo di aver sostenuto apertamente il candidato crocettiano all’Ars Ennio Di Pietro e non il prescelto dem Giuseppe Arancio. Qualcuno attende una sorta di processo politico, con i giudici pro Di Cristina pronti a sentenziare sul caso del “ribelle”, che tale non si è mai sentito. Sicuramente, un capogruppo come Cirignotta non garantisce la distensione con la giunta a cui aspirerebbero alcuni suoi “compagni” di partito. Nelle prossime settimane, il sindaco dovrà pronunciarsi sui sei posti degli organismi di controllo, messi “in palio” in Comune, e di sorteggio, almeno per ora, non se ne parla. Senza dimenticare l’ambita poltrona della Ghelas, rimasta vacante e ritenuta vero pezzo pregiato dello scarno sottogoverno municipale. Se sarà intesa lo decideranno proprio i dem, magari con una sequela di tecnici da inserire nella balbettante giunta Messinese. A Di Cristina, però, non risulta e, almeno ufficialmente, la sua segreteria è impegnata a ricostruire il centrosinistra, peraltro non così affollato, dove potrebbe trovare spazio, forse, lo Sviluppo Democratico del sindaco. Con i crocettiani in ribasso, Sicilia Futura che attende e poco altro, lo spazio c’è, eccome.

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