Devono pagare per il trasporto speciale, Capici a Messinese: “Un despota che calpesta i diritti”

 
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La denuncia di Paolo Capici

Gela. Le associazioni a sostegno dei diversamente abili fanno sul serio e, già domani mattina, inizieranno a presidiare l’assessorato ai servizi sociali di viale Mediterraneo. La conferma arriva dall’avvocato Paolo Capici, rappresentante dell’Associazione H. Dopo esposti e tentativi di intesa, l’accordo è tutt’altro che dietro l’angolo. Le associazioni si oppongono al ticket chiesto ai diversamente abili che usufruiscono del servizio di trasporto. Per Capici, si tratterebbe di un atto “destituito di ogni fondamento”. La prima delibera che introduceva l’obbligo di compartecipazione alle spese, lo scorso anno venne sostanzialmente congelata dallo stesso sindaco e dall’allora assessore Licia Abela. La questione, però, si ripropone con il nuovo anno. Stando a Capici, il neo assessore ai servizi sociali Valeria Caci era pronta a portare sul tavolo della giunta un atto che bloccava il ticket, riconfermando il servizio in favore di chi già ne usufruiva. La proposta della Caci, però, sarebbe stata bocciata dal sindaco Domenico Messinese. “Il primo cittadino – si legge in una comunicazione ufficiale dell’Associazione H – anziché porsi come umile e fedele servitore dello Stato, si presenta come un despota che non conosce e riconosce le leggi, calpesta i diritti dei cittadini e impedisce la piena partecipazione dei diversamente abili alla vita sociale”.

“Spieghi alla Corte dei Conti…”. Un duro attacco quello di Capici, che insieme agli esponenti di altre associazioni locali, si prepara a presidiare gli uffici dell’assessorato servizi sociali. “Lui che vuole racimolare denari illegittimamente dai diversamente abili – spiega ancora Capici – dica alla Corte dei Conti e alle altre autorità che fine hanno fatto i trecentomila euro che le precedenti amministrazioni avevano stanziato per il trasporto. Dica pure perché trova i fondi per feste, manifestazioni inutili, contributi a pioggia e sperperi di ogni genere e non trova mai i soldi per disabili e categorie meno abbienti e renda noto ai cittadini quanto ha speso per trasferte e trasferitine con i soliti noti compagni di viaggio, senza alcun apprezzabile risultato per la città. Dica, infine, perché da otto anni sono disponibili fondi e bandi per i centri diurni e, a differenza del nord della provincia, non riesce a realizzarli”. Intanto, Capici ha scritto nuovamente ai magistrati della procura, anche con l’obiettivo di verificare se il sindaco abbia bloccato un pubblico servizio.

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