Di chi sono i debiti fuori bilancio? Il Pd s’interroga: “Non sono tutti da censurare”

 
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Gela. Le osservazioni mosse dai magistrati della procura regionale della Corte dei conti non smettono di agitare le acque, già decisamente mosse, del Partito Democratico locale.

“Sicuramente – spiega il presidente della commissione comunale bilancio Nuccio Cafà – presenterò le mie deduzioni difensive. Non voglio pagare per colpe che, di certo, non sono mie”. Il consigliere, infatti, al pari di altri colleghi, non trascura le responsabilità interne a Palazzo di Città.
“Ho sempre votato debiti fuori bilancio e consuntivi – continua – per un senso di responsabilità vero questa città. Ho votato sapendo che i pareri dei dirigenti e dei revisori dei conti erano favorevoli. Cosa avrei dovuto fare, controllare stanza per stanza negli uffici del municipio per capire se la documentazione relativa ad altri debiti fosse stata occultata da qualcuno?”.
Ma di chi è la colpa di un patto di stabilità che, stando ai magistrati contabili, sarebbe stato coscientemente alterato? C’è chi punta il dito sulla giunta del sindaco Angelo Fasulo e chi, invece, non dimentica il passato della doppia sindacatura del’attuale governatore regionale Rosario Crocetta. “Attenzione – spiega il segretario democratico del circolo Gela Centro Angelo Licata – aver prodotto debiti, magari per realizzare importanti opere pubbliche o per sanare i conti dell’ente, non deve necessariamente ritenersi sbagliato. Da questo punto di vista, nessuno può attribuire responsabilità a priori”.
I debiti pesano, le richieste di pagamento notificate a trentacinque tra consiglieri comunali, assessori, dirigenti, oltre al primo cittadino, ancor di più e, nell’ombra, rimane lo spettro dell’incandidabilità. Nella dimora democratica il caso è già montato e le prossime settimane anticiperanno di diversi mesi le strategie in vista di una campagna elettorale mai così incerta.

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