Di Cristina è il segretario del Pd, i renziani contro l’inciucio Speziale-Donegani: “Non è una ditta di famiglia”

 
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Gela. “Non sono il segretario frutto di accordicchi politici. Le uniche risposte che sono abituato a dare riguardano i fatti. Per questo, dobbiamo ritornare a vincere le elezioni”.

I renziani contro. Giuseppe Di Cristina è il nuovo segretario cittadino del Partito Democratico, scelto a conclusione di un congresso piuttosto movimentato. I renziani, con in testa il segretario del circolo Gela Città Giuseppe Licata e l’ex sindaco Angelo Fasulo, si sono dissociati dalla scelta e, più in generale, dalla celebrazione dello stesso congresso. “Prima la vertenza Gela – ha ribadito davanti alla platea lo stesso Licata – questo congresso è una forzatura destinata a spaccare nuovamente il partito. Sentiamo solo aria d’interessi personali, quasi come se il Pd locale fosse una ditta individuale da gestire, appunto, in famiglia”. Chiaro il suo riferimento alla parentela dello stesso Di Cristina, già candidato Pd alle scorse amministrative, con l’ex deputato regionale Calogero Speziale. Licata ha attaccato facendo riferimento soprattutto all’accordo raggiunto tra Speziale e Miguel Donegani, testimoniato dalla scelta di Di Cristina come segretario e di Claudia Caizza a reggere l’assemblea del partito. “Oggi è presente il Partito Democratico di Gela”, hanno replicato sia l’ex deputato all’Ars Donegani sia il segretario provinciale Giuseppe Gallè. Ad inizio riunione, non è mancata la contestazione di un gruppo di operai dell’indotto Eni, in polemica con le scelte passate del Pd e con l’attuale profilo tenuto dal partito davanti alla loro mobilitazione. “In questa vicenda – ha risposto Di Cristina – noi ci mettiamo la faccia e attiveremo tutti i canali a nostra diposizione”. Al congresso non ha partecipato il segretario regionale Fausto Raciti, impossibilitato per motivi di salute. “La sua assenza – ha detto ancora Gallè – non è assolutamente da legare a contrasti o scelte politiche. Anzi, il segretario si è congratulato per la decisione di scegliere Giuseppe Di Cristina”.

C’era il capogruppo Cirignotta. Alla riunione, nonostante le polemiche degli scorsi giorni, c’erano il capogruppo democratico in consiglio comunale Vincenzo Cirignotta e il suo vice Carmelo Orlando, nonostante l’autosospensione decisa da tutto il gruppo. “La decisione di autosospenderci – ha detto Cirignotta – non riguarda contrasti con il partito ma anzi la necessità di accelerare i processi decisionali sulla vertenza Gela. In ogni caso, gli assenti hanno sempre torto”. Il presidente del civico consesso Alessandra Ascia ha ribadito la necessità che il Partito Democratico supporti l’azione in aula di un gruppo consiliare “rimasto per troppo tempo solo”. La nuova direzione sarà composta, oltre che da Claudia Caizza, anche da Giacomo Gulizzi, Sebastiano Abbenante, Orazio Maganuco, Giovanna Cassarà, Annalisa Iozza, Mariangela Faraci, Giampaolo Alario e Orazio Romano. Nel corso del confronto, la parola è stata presa anche da ex consiglieri comunali del Pd come Giacomo Gulizzi ed Enrico Vella che non hanno trascurato le responsabilità della precedente amministrazione comunale. Sebastiano Abbenante, Luciana Carfì e Giampaolo Alario, durante i rispettivi interventi, hanno comunque sottolineato la necessità che una vertenza tanto complessa come quella avviata dai lavoratori dell’indotto Eni si affronti con una classe dirigente legittimata. “Finalmente – hanno detto – vediamo un partito”. Il deputato regionale Giuseppe Arancio ha chiuso i lavori, lanciando un messaggio anche all’area politica rappresentata dall’ex sindaco Angelo Fasulo. “Avevamo raggiunto un’intesa – ha spiegato – e per questa ragione ritenevo che gli esponenti renziani si sarebbero presentati al congresso. Adesso, non capisco né il documento né l’esigenza di risolvere questioni di partito rivolgendosi solo ai media e non agli organismi deputati”. A questo punto, nonostante l’elezione dei nuovi organi democratici, non sembrano da escludere altri colpi di scena. Non a caso, Giuseppe Licata ha parlato della necessità “di un nuovo Partito Democratico”. 

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