Di Cristina ha chiesto rinvio assemblea: “Confermo dimissioni, i miei nemici non sono nel Pd”

 
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Il segretario provinciale del Pd Peppe Di Cristina

Gela. E’ attesa come una prima verifica interna al Pd provinciale, dopo che le regionali di settembre non hanno consentito ai dem di staccare il biglietto per l’Ars. L’assemblea prevista per domenica in città, però, pare destinata a non tenersi. Il segretario Peppe Di Cristina, sicuramente quello più atteso dalla platea dei democratici, ha chiesto un rinvio. “L’ho già comunicato ai vertici nazionali e regionali del partito, con i quali ho avuto incontri – dice – chiaramente, le mie dimissioni rimangono e non ci sono discussioni. Il rinvio l’ho chiesto perché Gela potrebbe essere una sede più favorevole nei miei confronti. Invece, vorrei misurarmi con l’assemblea, a Caltanissetta. Le dimissioni sono confermate, così come è certo che io non lascerò il partito nel quale milito da quando avevo quindici anni”. Di Cristina sa bene di essere al centro di una sorta di valutazione complessiva, scattata già alla chiusura delle urne di settembre. Era il candidato del partito maggiormente quotato nella corsa al seggio per l’Ars, che però non ha dato l’esito atteso. “Le dimissioni rimangono – aggiunge – perché nella mia formazione politica è assolutamente necessario che quando non si raggiunge un obiettivo si debba fare un passo indietro. Lo faccio nonostante alle regionali siamo riusciti ad ottenere più voti di cinque anni prima. Non mi sentirò mai un problema per questo partito. La coerenza mi impone di dimettermi, anche se proseguirò indipendentemente dal ruolo”. Il segretario provinciale, da alcuni mesi dimissionario, ha già fatto una disamina delle ragioni che non hanno portato al risultato che il partito si attendeva, dopo una lunga sequenza di conferme del seggio all’Ars. La sconfitta, invece, pare aver fatto emergere incomprensioni, fino ad ora piuttosto sopite. C’è chi guarda con più di qualche perplessità alla guida di Di Cristina. Una visione critica che pare maturare anche nel partito cittadino.

“Non ho mai percepito un’assenza di fiducia nei miei confronti – spiega – ancora adesso mi arrivano attestati di stima da tanti segretari dei circoli della provincia, che mi invitano ad andare avanti. Non ho alcuna intenzione di entrare in polemica con il partito cittadino. Io non ho nemici nel partito che è casa mia. Se c’è qualcuno che rema contro me significa allora che rema anche contro il Pd. Per me, i nemici politici sono il centrodestra e un’amministrazione Greco che praticamente non esiste più. Inoltre, i nemici sono da individuare in chi vorrebbe distruggere questo partito. Personalmente, ho sempre lavorato per un partito aperto e continuerò a farlo”. Dal mancato seggio all’Ars si è aperta una fase di transizione nel partito territoriale. Anche in città sui dem si è posato un alone di forte incertezza, anche se quanto accade a Palazzo di Città rende quasi obbligatorio fare in fretta e capire come andare avanti, pure in vista delle prossime amministrative.

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