“Di Maio non ha firmato l’accordo di Siciliano”, la call grillina: “Niente pattumiere industriali”

 
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Alla call anche la questione bonifiche

Gela. Di nomi per la prossima candidatura a sindaco i grillini locali non ne vogliono parlare. Hanno invece iniziato con gli eventuali punti del programma in costruzione. La prima call to action lanciata dai consiglieri comunali uscenti è servita anche a tenere a battesimo la nuova sede del movimento in piazza Martiri della Libertà, dove fino a qualche tempo fa c’era invece un circolo del Pd. Le bonifiche al palo, i rischi su un vero e proprio polo della lavorazione dei rifiuti pericolosi ma anche l’accordo di programma firmato dal ministro Luigi Di Maio. Sono stati questi gli argomenti affrontati dai consiglieri uscenti (non c’era però Angelo Amato), da attivisti, dal senatore Pietro Lorefice e alla riunione autoconvocata ha partecipato pure il segretario provinciale dei metalmeccanici dell’Ugl Francesco Cacici. I cinquestelle sanno di dover risolvere quella che per tanti è stata una contraddizione politica di fondo. Dai banchi del consiglio comunale sono stati strenui oppositori dell’accordo di programma voluto dall’ex giunta Messinese ma a Roma Di Maio l’ha poi firmato. Il consigliere uscente Simone Morgana ha subito tagliato la testa al toro. “L’accordo firmato al ministero non è quello di Siciliano che noi abbiamo sempre contestato – ha spiegato – è un’altra cosa. Dentro ci sono le indicazioni giunte dal protocollo d’intesa di quattro anni fa ma anche quelle del bando di Confindustria e le direttrici di Invitalia”. Insomma, per Morgana non ci sarebbe alcuna contraddizione, anche se l’ex vicesindaco Siciliano si è pure fatto vedere a Roma (al momento della firma) pur di rivendicare il frutto del suo lavoro. Quello che più preoccupa i grillini, però, è la presenza di almeno tre progetti per la lavorazione e lo smaltimento di rifiuti industriali pericolosi, proprio in una fase molto delicata con la denuncia pubblica dell’ex operaio Emanuele Pistritto. Così, nel corso della discussione si è fatto riferimento alle attività di Petroltecnica (che prevede di avviare a pieno regime un sistema per il trattamento delle terre contaminate), ma anche ai progetti di Syndial (con l’impianto Forsu) e Energika (che ha in cantiere un programma di investimenti sulla termossidazione).

“Sono progetti che non assicureranno ritorni occupazionali”, ha spiegato l’altro consigliere comunale uscente Virginia Farruggia. In realtà, quello pentastellato non è un no assoluto a progetti di questo tipo. “Il problema – hanno spiegato Morgana e Farruggia – è che in questi impianti andranno a finire rifiuti pericolosi che arrivano da altri poli industriali italiani. Non siamo interessati a diventare una specie di pattumiera. Altra cosa sarebbe invece la lavorazione e lo smaltimento solo delle terre contaminate di quest’area”. Molto critico, nel corso della discussione, si è mostrato Francesco Cacici che è anche operaio dell’indotto Eni oltre a rappresentare i metalmeccanici dell’Ugl. “Sono investimenti che non si concretizzeranno mai – è intervenuto – credo che anche la bioraffineria farà la stessa fine. Il vero problema sarà gestire il nuovo flusso di disoccupati che inizierà a farsi sentire non appena verranno chiusi i cantieri della green”. I grillini presenti inoltre hanno rilanciato l’allarme delle bonifiche ferme, con percentuali ridotte ai minimi termini, e la necessità di attuare veramente il piano di risanamento ambientale disposto dal ministero.

2 Commenti

  1. Ma quello che qualunque cittadino con una preparazione culturale del buon padre di famiglia, si chiede e mi chiedo, come mai vi abbiano approvato progetti così scellerati quali l’apertura di impianti volti a smaltire rifiuti, siamo alla follia, ma non ne avete figli? parenti.. Non se ne può più.. solo aguzzini con la penna in mano pronti a firmare e svendere la qualunque , salute, territorio, aria, per un briciolo di convenienza personale. VERGOGNA! VERGOGNA! VERGOGNA!

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