Diffuse falso video hard in rete di una studentessa, condannata a otto mesi

 
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Gela. Quel video amatoriale a luci rosse portava il suo nome e cognome. Ed anche se non era lei quella ragazza che faceva l’amore con il fidanzato, il filmato passò da telefonino a telefonino, da computer in computer.

La corte d’appello di Caltanissetta ha condannato la donna che mise in giro quel video. Otto mesi di carcere (pena sospesa) e una provvisionale di diecimila euro sono stati inflitti ad Emanuele F., riconosciuta responsabile di diffamazione attraverso internet. La parte offesa aveva all’epoca 17 anni e frequentava il liceo Scientifico. I genitori scoprirono e denunciarono alla polizia postale la diffusione di quel video. Gli inquirenti scoprirono che quel filmato era stato scaricato da “emule” nel pc dell’imputata, assistita dall’avvocato Nicoletta Cauchi. La difesa ha ribattuto sostenendo che quel video era in possesso di centinaia di cittadini gelesi, e che paradossalmente potevano tutti essere condannati. La parte offesa, rappresentata dall’avvocato Salvo Macrì ha invece evidenziato che la donna non solo lo aveva scaricato, ma anche rielaborato, inserendo nome e cognome della vittima. Inoltre aveva diffuso, sempre in rete, delle foto della ragazza. La studentessa subì un trauma psicologico tant’è che per un periodo non uscì di casa per la vergogna. Ora la vicenda è stata chiarita con la conferma della sentenza di secondo grado.

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