“Donne d’onore”, Liardo mette in dubbio le intecettazioni: imputati respingono accuse

 
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Gela. Per le difese, il contenuto delle intercettazioni, effettuate durante colloqui in carcere, potrebbe essere decisivo, soprattutto nell’ottica della decisione del collegio penale. I giudici, nel dibattimento scaturito dall’inchiesta “Donne d’onore”, hanno disposto un supplemento della perizia sulle intercettazioni di dialoghi, in carcere, tra Nicola Liardo e i familiari, tutti coinvolti nell’indagine. Si incrociano con quelle alla base dell’inchiesta sull’omicidio Sequino, che coinvolge proprio Nicola Liardo, il figlio Giuseppe e Salvatore Raniolo. Collegato dal carcere di Oristano, lo stesso Liardo ha contestato praticamente ogni punto della ricostruzione condotta dagli inquirenti, che lo accusano di essere riuscito, seppur detenuto, a gestire un traffico di droga e ad imporre estorsioni. Invece, l’imputato ha spiegato che con i suoi familiari si sarebbe limitato solo a parlare di vicende legate ai figli e a quello che si verificava durante la sua permanenza carceraria. Ha citato anche la questione che intanto si era posta tra uno degli imputati, Salvatore Raniolo, e un altro giovane, Malvin Bodinaku (che però non fu coinvolto nell’indagine). Liardo ha risposto alle domande dei difensori, gli avvocati Giacomo Ventura e Davide Limoncello, e a quelle giunte dai banchi della Dda di Caltanissetta. Ha ricostruito vicende che sarebbero state travisate dagli investigatori. Ha escluso di aver gestito un giro di droga o di aver imposto, attraverso i familiari, estorsioni ad alcuni esercenti e imprenditori.

Per la moglie, Monia Greco, e per i figli, Giuseppe Liardo e Dorotea Liardo, i difensori hanno autorizzato l’acquisizione dei verbali di dichiarazioni rese in fase di indagine. Hanno invece rilasciato dichiarazioni spontanee, sia Carmelo Martines che Calogero Greco. Martines ha spiegato di non aver mai sparato, per intimidire alcune vittime. Ha inoltre precisato di non aver avuto rapporti “rispetto a queste situazioni” con Giovanni Canotto, ora collaboratore di giustizia. Greco, invece, ha ridimensionato la vicenda che lo avrebbe visto contrapposto al gestore di un bar, che poi subì un danneggiamento, con colpi di pistola sparati contro la saracinesca. Anzi, i rapporti di amicizia sarebbero stati mantenuti, così ha detto. Tra gli imputati, ci sono inoltre Giuseppe Maganuco e Salvatore Raniolo. I convolti sono difesi dai legali Flavio Sinatra, Carmelo Tuccio e Maurizio Scicolone.

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