“Dopo 23 anni è necessaria stabilizzazione Rmi”, Ugl scrive all’assessore regionale

 
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Alario e Messina

Gela. Sono lavoratori precari, inseriti nel programma del reddito minimo di inserimento, da ormai ventitré anni. Molti lavorano per conto del Comune di Gela, che come gli altri enti isolani che ne dispongono non ha mai provveduto a disporre un programma di stabilizzazione. I vertici sindacali dell’Ugl, Giuseppe Messina e Andrea Alario, hanno scritto all’assessore regionale Antonio Scavone. Già nei mesi scorsi c’era stato un incontro. Viene chiesto l’avvio di un tavolo tecnico sul futuro di questi operatori. “I finanziamenti ai cantieri di lavoro vengono prorogati dalla Regione Siciliana di anno in anno, confermando così nelle province di Caltanissetta ed Enna – dicono i sindacalisti – l’ennesimo bacino di precariato non tutelato da alcun contratto di lavoro. I fondi stanziati dall’assessorato, oltre a finanziare i cantieri di servizio, accompagnano parte dei beneficiari verso la fuoriuscita da un palliativo assistenziale che proprio nel 2021 compie ventitré anni dalla sua sperimentazione nazionale. Un tempo troppo lungo per una misura concepita come provvisoria”.

“E’ anche significativo il fatto che le amministrazioni comunali non hanno ad oggi approvato alcun provvedimento utile ad accompagnare i suddetti soggetti verso la fuoriuscita dal bacino del precariato, così come previsto dalle norme. Nulla ad oggi è stato fatto affinché si concretizzasse tale percorso, anzi”, si legge nella comunicazione inoltrata all’assessorato. Il sindacato punta ad un disegno di legge che possa assicurare stabilità ai lavoratori e accompagnarli fuori dal bacino rmi. Per l’Ugl, il precariato “storico” non può durare ancora e anche il governo nazionale dovrebbe provvedere, ampliando “la platea di lavoratori coinvolti nel quadro delle emergenze regionali”.

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