Dopo le polemiche, c’è la convocazione: il caso Eni a settembre arriva al Ministero

 
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Gela. Dopo le roventi polemiche degli scorsi giorni, ci pensano i funzionari del Ministero dello sviluppo economico a porre la “tregua”. Per Eni cronoprogramma rispettato. La verifica sullo stato di avanzamento del protocollo d’intesa relativo agli investimenti Eni, firmato nel novembre di due anni fa, si terrà il prossimo 15 settembre. Era slittato, infatti, l’incontro fissato a luglio e non erano mancate accuse, non troppo velate. L’amministrazione comunale ha contestato il rinvio, ritenendolo l’ennesimo ritardo nel caso Eni, attribuendo responsabilità soprattutto alle organizzazioni sindacali locali. I sindacati, però, hanno escluso qualsiasi indisponibilità, allontanando l’ombra di un’eventuale colpa nel rinvio del tavolo. Si tornerà al Ministero dello sviluppo economico a settembre. La convocazione è estesa non solo alle sigle sindacali dei chimici di Filctem, Femca, Uiltec e Ugl ma anche ai funzionari del Ministero dell’ambiente, all’amministrazione comunale, alla Regione, ad Eni e ai rappresentanti di Confindustria. Tutti intorno ad un unico tavolo per delineare i prossimi passi verso la green refinery e non solo. Si parlerà di compensazioni e degli investimenti in mare. I manager di raffineria, al termine di un incontro avuto in settimana con i segretari provinciali di Filctem, Femca e Uiltec, hanno ribadito che il cronoprogramma previsto in vista dell’avvio della green refinery sarebbe rispettato. E’ stato appaltato anche l’intero investimento legato all’impianto steam reforming. Di certo, gli effetti di questo cronoprogramma rispettato non si vedono nell’indotto. Decine di operai sono rimasti fuori dalla fabbrica e la gran parte non ha più neanche ammortizzatori sociali ai quali “votarsi”.     

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