Doppio rimborso ad aziende consiglieri: Polemiche su commissioni speciali

 
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Gela. I rimborsi alle aziende per le quali lavoravano diversi consiglieri comunali ha trasformato il civico consesso in un nuovo ring dello scontro. La seduta di giovedì sera, l’ultima prima della pausa estiva, sarebbe dovuta servire all’istituzione di quattro commissioni speciali.

Ma la polemica è esplosa proprio sul punto dei costi sostenuti dalle casse di Palazzo di Città.
“Abbiamo concordato – è intervenuto Enrico Vella – d’istituire quattro commissioni speciali. Avranno il compito di occuparsi di temi importanti come la questione idrica, la vivibilità dei quartieri, la problematica industriale e i costi delle partecipate e dei servizi comunali”.
Immediato l’intervento del compagno di partito Rocco Giudice. “Volevo solo capire – ha chiesto – se la partecipazione alle riunioni di queste commissioni graverà ulteriormente sulle casse dell’ente? Le aziende dalle quali dipendono alcuni consiglieri dovranno ottenere il rimborso per l’assenza dal luogo di lavoro?”.
Una conferma, sotto questo profilo, è giunta direttamente dal segretario generale Vito Scalogna: quindi, doppio rimborso per le aziende i cui dipendenti-consiglieri facciano parte sia delle ordinarie commissioni previste per statuto che di quelle speciali.
“Ma scusate – sono intervenuti i consiglieri Giuseppe Morselli e Guido Siragusa – perchè non affidiamo queste deleghe, molte delle quali inutili, direttamente alle commissioni già esistenti? C’è bisogno di altro denaro da far spendere per poi ottenere risultati pari a zero come nel caso della commissione d’inchiesta sugli espropri?”.
Il capogruppo Pd Enrico Vella, però, non ha gradito l’intervento critico dei suoi colleghi. “Questo – ha replicato – è solo populismo! I veri costi l’ente li affronta per i suoi dipendenti non certo per noi consiglieri. Cosa c’entrano gli espropri? Se qualcuno vuole denunciare, lo faccia in procura”.
Giuseppe Morselli e lo stesso Vella non si sono risparmiati accuse reciproche.
“Non mi provocare – ha risposto proprio Morselli – non mi fai paura”. Dai banchi, al culmine della tensione, è giunta la proposta di ritirare l’atto e ridiscuterlo in sede di conferenza dei capigruppo.
“L’argomento è troppo delicato – ha ammesso Giuseppe Di Dio – in ogni caso, nessuno dei consiglieri può mai superare, in totale, quota 769 euro mensili”.
Una linea sostenuta anche da Gioacchino Pellitteri e accolta dal presidente di turno Vincenzo Cirignotta che ha sciolto la seduta non senza altre polemiche.

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