Dov’è la politica? In aula è caccia alle “briciole” rimaste: Ascia tiene il posto, il centrosinistra la scarica

 
0

Gela. Accordi sottobanco, commissioni, intese trasversali, sono volati gli stracci in consiglio comunale nel corso della discussione sulla possibile revoca del presidente  Alessandra Ascia.

Scontro nel Pd. La democratica mantiene il posto ma, di certo, ha perso l’appoggio della quasi totalità dei consiglieri del suo stesso schieramento. “Da oggi, lei fa parte di un altro schieramento politico – ha detto Carmelo Casano – ne prendiamo atto e continui ad andare a braccetto con il sindaco e con il vicesindaco”. La seduta, alla fine, è stata sciolta per assenza del numero legale. Sia il gruppo di centrosinistra sia quello di centrodestra hanno abbandonato l’aula. E’ stato necessario l’intervento degli agenti di polizia municipale per scongiurare il rischio di un vero corpo a corpo tra lo stesso Casano e il vice capogruppo del Pd Carmelo Orlando. L’indipendente Casano ha accusato il democratico di averlo apertamente offeso. “Li ringraziamo della lezione di moralità – ha attaccato Giovanni Panebianco riferendosi ai consiglieri di centrodestra – peccato che sono gli stessi che fino a qualche ora fa hanno telefonato per chiedere la presidenza del consiglio. Questa presidenza non è più neutrale, non rispetta ciò che viene stabilito in regolamenti e statuti. Mi spiace per i colleghi che lasciano l’aula e fino a qualche mese fa facevano il giro di uffici e studi professionali per avere garanzie su posti e commissioni, compresi i cinquestelle”.

“Avete gestito la città in maniera truffaldina”. La tensione, soprattutto all’inizio della seduta, è salita ai massimi livelli. “È strano che nel corso della discussione sulla sua sfiducia lei rimanga seduta al posto di presidenza”. Si è aperta subito con le prime frecciate di Giovanni Panebianco indirizzate al presidente Ascia che, anche in base a quanto indicato dal segretario generale, è rimasta al posto di presidenza. Lo stesso Panebianco, Carmelo Casano e Giuseppe Guastella hanno lasciato l’aula. La bagarre è proseguita con il grillino Angelo Amato che ha attaccato senza mezzi termini il gruppo di centrosinistra e l’amministrazione comunale. “In quest’aula noto una maturità da terza elementare – ha detto il grillino che ha rinunciato al gettone di presenza – siamo davanti ad un’amministrazione in assoluta continuità con la giunta Fasulo. Dai bilanci fatti per non andare a casa alla gestione affaristica del sistema di raccolta rifiuti. Gli scandali Agroverde e della Rsa Caposoprano. Si vogliono saccheggiare le casse pubbliche e oggi quelli che hanno governato per venti anni ritornano chiedendo la revoca di un presidente che, forse, è quella che ha meno responsabilità. Vogliono mantenere una giunta in assoluta continuità con i loro interessi. Mi tiro fuori da questo gioco portato avanti da persone che da vent’anni gestiscono la città con modalità truffaldine”.

Il centrosinistra scarica la Ascia. Accuse incrociate tra il capogruppo del Pd Vincenzo Cirignotta e il suo vice Carmelo Orlando. “Per etica – ha detto Romina Morselli alla sua compagna di partito Alessandra Ascia – dovrebbe lasciare quel posto durante la discussione. Anzitutto, rinunciamo al gettone di presenza perché avremmo voluto discutere la mozione insieme ad altri temi che riguardano la città. Lei, presidente, non lo ha permesso”. Il presidente Ascia, chiedendo il rispetto del termine dei cinque minuti nel corso dell’intervento, ha scatenato la reazione di Romina Morselli. “Non può interrompermi mentre leggo il testo del nostro documento – ha attaccato – a questo punto, la lasciamo insieme ai suoi supporter di centrodestra”. Il gruppo di centrosinistra ha abbandonato l’aula in segno di protesta. “Questo presidente del consiglio ha scelto di andare a braccetto con la giunta – ha attaccato ancora la capogruppo del Megafono Sara Bonura – adesso, è spalleggiata dai cinquestelle che vogliono mantenere le poltrone in commissione mentre il centrodestra tutela il potere che sta accumulando grazie a questo presidente”. Guido Siragusa ha contestato il presidente Ascia soprattutto rispetto alla firma apposta sulla petizione del Movimento cinquestelle in vista della sfiducia al sindaco. “Lei ha firmato un atto portato avanti da una forza politica avversa – ha detto – adesso, bisogna ristabilire la calma e lei deve rispondere alle nostre osservazioni. Ci vuole un intervento politico da parte sua”. Il vice capogruppo del Pd Carmelo Orlando, fermo nel sostenere il presidente, ha bocciato la richiesta di revoca che sarebbe del tutto illegittima da un punto di vista normativo. La spaccatura nel Pd è ormai ufficiale, con il vice capogruppo a sostegno del presidente e i “ribelli” che ne hanno chiesto la revoca. Il capogruppo democratico Vincenzo Cirignotta ha ribadito tutta la sua contrarietà all’operato del presidente Ascia. “Non è parziale – ha detto – per trarre benefici personali ha iniziato a partecipare ad eventi e manifestazioni insieme alla giunta, senza mai relazionare al consiglio. Non è mai stato costituito l’ufficio di presidenza. Le griglie di commissione non sono state condivise. Purtroppo, ho sbagliato ad appoggiare la sua candidatura a presidente. Quattordici consiglieri comunali le stanno chiedendo di prendere atto delle nostre osservazioni”.

“Solo beghe interne al gruppo di centrosinistra!”. Il centrodestra ha rigettato la richiesta di revoca presentata dal gruppo di centrosinistra. “Una valanga di fango – ha detto Anna Comandatore – di cosa stiamo discutendo? Dei problemi interni al Pd? Ci vuole coraggio ad impegnare una seduta per questa pantomima”. Critiche verso la conduzione dei lavori d’aula sono state mosse dal vicepresidente del consiglio comunale Maria Pingo. “A questo punto – ha detto rivolgendosi al presidente Ascia – non so che farmene della vicepresidenza. Io mi dimetto. Non sono accettabili questi comportamenti soprattutto da parte sua che è stata eletta con i nostri voti, ma ha dovuto cercarli anche nel centrodestra e i risultati si vedono. Lei non fa più parte del centrosinistra, il suo gruppo non la supporta più”. “Siamo arrivati veramente in basso – ha detto il forzista Salvatore Scerra – in un’aula di consiglio comunale non si può insultare un’istituzione come il presidente del consiglio. Lei è il presidente di tutti e, adesso, viene attaccata da chi l’ha votata. Tutto questo solo per riposizionamenti politici interni al centrosinistra”. Si è rotta la fiducia tra il presidente e il centrosinistra, lo ha ribadito il capogruppo di Adesso Gela Giuseppe Ventura. “Non vogliamo più essere complici di una gestione del consiglio che non va affatto bene – ha detto – lei mi ha sfiduciato da capogruppo del Pd. Sono cose che accadono e non c’entrano nulla il candidato o le prossime scadenze elettorali”. Salvatore Sammito ha lanciato strali al centrosinistra. “Non capisco di cosa si lamentano – ha attaccato – hanno la gran parte delle commissioni e la presidenza del consiglio. Il presidente Ascia ha votato per Cirignotta come capogruppo del Pd. A me, non ha regalato niente nessuno. Ho votato un revisore dei conti indicatomi da un consigliere del centrosinistra e nessuno mi ha messo all’angolo con la commissione cultura”. Francesca Caruso di Reset ha letto un documento comune del centrodestra di forte critica verso il gruppo di centrosinistra. Alla fine, tutti i consiglieri dello schieramento hanno lasciato l’aula. Morale della favola, Ascia rimane presidente e lo spettacolo è stato decisamente poco edificante scandito da presidenze, commissioni, posti di sottogoverno e caccia al potere di un basso “impero”, in una città in crisi profonda.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here