Dove è finito l’ìnteresse per il calcio?

 
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Gela. Dopo anni bui Messina torna a respirare aria di grande calcio. Quantomeno si è risvegliato l’entusiasmo dei bei tempi. Quello che non accade a Gela, dove la politica sonnecchia e gli imprenditori stanno ben lontani dallo stadio Presti.

Sembrano aver cancellato dal loro navigatore “via Niscemi”, per paura del contagio.

L’Atletico Gela resta in attesa, mentre c’è chi ricomincia altrove. Come Giuseppe Cammarata, fratello del direttore sportivo Marco, approdato a Licata. Altro che anno sabbatico. Si rischia un lungo periodo di crisi. E tutti, tifosi compresi, devono recitare il mea culpa per essere arrivati sino a questo punto. Il Comune si è liberato di un peso, ma una città che perde il calcio professionistico arretra anche culturalmente. Se almeno prima a Lucca, Foggia, Viareggio o Lanciano si conosceva Gela per la squadra di calcio, oggi si ricorderà della città del Golfo per i soliti clichè su cui qualcuno ha anche costruito le sue fortune politiche.

 Cori da stadio hanno accolto il battesimo ufficiale, nel salone delle Bandiere di Palazzo Zanca a Messina, la presentazione del nuovo Messina di Lo Monaco che si presenterà ai nastri di partenza del campionato di serie D. «Avevo già deciso da tempo di volere iniziare quest’avventura – ha detto l’amministratore delegato del Genoa e nuovo proprietario del club peloritano Lo Monaco – per cercare di rilanciare il calcio nella nostra città. Ho sempre viaggiato, ma non ho mai abbandonato casa mia. Vogliamo riportare la squadra nei campionati che le competono».

Per il Messina non sarà facile tornare nel calcio che conta. «Ora sono consapevole delle difficoltà che potrebbero presentarsi – ha spiegato Lo Monaco – anche perchè viviamo un momento economico drammatico in tutto il Paese, ma da parte del mio gruppo ci sarà il massimo impegno per creare una realtà solida che consenta al Messina di raggiungere presto le mete che le competono. La strada è lunga ma tutti insieme sono sicuro che ce la faremo. L’importante sarà tracciare un programma ben fatto, senza al contempo illudere nessuno. Il tempo delle chiacchiere è finito, ma la nostra porta per chi volesse partecipare a questo progetto resta aperta, non la chiuderemo in faccia a nessuno».

Meditate gente, meditate..

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