Droga a Sant’Ippolito, chiesto rinvio a giudizio presunti pusher scoperti da poliziotti

 
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Immagini di repertorio

Gela. I pm della procura hanno chiesto il rinvio a giudizio di tutti gli imputati, coinvolti nell’inchiesta antidroga “Sant’Ippolito”, che non hanno optato per riti alternativi. Per i magistrati, avrebbero messo le mani nel giro di droga ricostruito dai poliziotti del commissariato. Solo alcuni coinvolti, per il tramite dei loro legali, hanno deciso di patteggiare. Il prossimo febbraio, verranno valutate le posizioni dei presunti pusher che sono stati ammessi al giudizio abbreviato. Pm e poliziotti ricostruirono una rete di spaccio, che avrebbe avuto come base di riferimento il quartiere Sant’Ippolito. L’indagine fa leva su un fitto elenco di intercettazioni telefoniche. Presunti pusher e clienti sarebbero stati costantemente in contatto, di modo da fissare gli appuntamenti per l’acquisto delle sostanze stupefacenti. Davanti al gup Lirio Conti, sono finiti Paolo Di Giacomo, Santo Cappello, Daisy Caglia, Elieo Cascino, Francesca Trubia, Claudio Lombardo, Cristofer Tasca, Fabio Crisci, Gaetano Marino (1984), Gaetano Marino (1996), Giuseppe Firrisi, Andrea Romano, Francesco Salafia, Claudio Nardo, Luigi Rodoti, Salvatore Noviziano, Calogero Minardi, Giacomo Minardi, Orazio Valenti, Giacomo Molara, Claudio Di Bartolo, Francesco Alabiso, Giacomo Tumminelli, Francesco Antonuccio e Emanuele Scimè.

I difensori che non hanno scelto riti alternativi hanno respinto le accuse, sostenendo che in molti casi la droga acquistata serviva solo al consumo personale. Da Sant’Ippolito, chi piazzava la droga sarebbe riuscito ad avere clienti, anche in altre zone della città. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Francesco Enia, Giovanni Cannizzaro, Flavio Sinatra, Giuseppe Cascino, Davide Limoncello, Carmelo Tuccio, Nicoletta Cauchi, Giusy Ialazzo, Valentina Lo Porto, Giuseppe Simonetti e Giuseppe Fiorenza.

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