Droga controllata da clan, “incontro Rinzivillo-Said prima sequestro 12 chili hashish”

 
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Per Rinzivillo è stata emessa la condanna

Gela. Gli investigatori della squadra mobile di Caltanissetta iniziarono a comprendere che il boss sessantenne Salvatore Rinzivillo aveva assunto una posizione importante nell’affare della droga, intercettando il dialogo tra uno stiddaro, poi coinvolto nell’indagine “Stella cadente”, e un trafficante niscemese. Avrebbero fatto riferimento proprio alla droga nella disponibilità di Rinzivillo e del suo gruppo. L’ha spiegato un poliziotto della mobile nissena, sentito in aula davanti al collegio penale, presieduto dal giudice Francesca Pulvirenti. A processo, sono alcuni dei presunti sodali, coinvolti nell’inchiesta “Cleandro”, che ha fatto luce principalmente sul traffico di sostanze stupefacenti, che avrebbe consentito a Rinzivillo di finanziare le attività della famiglia. I suoi uomini di fiducia, secondo le accuse, erano gelesi e agrigentini, da tempo residenti in Germania. Il testimone ha parlato degli stretti rapporti intercorsi tra il boss e Ivano Martorana, che viveva stabilmente a Colonia, in Germania. Tra le tante piste che avrebbero poi condotto i poliziotti verso il boss, ci fu il sequestro di dodici chili di hashish, nascosti nei pannelli interni degli sportelli di un’Alfa Romeo 156, fermata nei pressi di Niscemi. La droga venne sequestrata ed è emerso che uno degli arrestati, il marocchino Ramzi Said, prima di organizzare il carico aveva incontrato Rinzivillo, a Roma. “Rinzivillo cercò di informarsi con il cugino – ha detto il poliziotto rispondendo alle domande del pm della Dda di Caltanissetta – per capire se Ramzi Said fosse stato arrestato. Dopo la scarcerazione, Said contattò nuovamente Rinzivillo”.

Sarebbe stato ricostruito un altro incontro, tenutosi a Scoglitti, e mediato da un gelese che vive in Piemonte, a sua volta coinvolto nell’inchiesta “Extra fines”. L’attività di indagine è stata condotta dalla mobile nissena, in stretto contatto con il Gico romano della guardia di finanza, che ha monitorato la presunta rete del traffico di droga, che sarebbe stato organizzato per conto dei Rinzivillo. A processo, c’è anche il gelese Riccardo Ferracane, accusato di aver fatto da tramite per favorire l’arrivo in città delle sostanze stupefacenti. Nell’inchiesta sono stati coinvolti Ivano Martorana, Paolo Rosa, Giuseppe Cassaro, Mario Cassaro, Nicola Gueli, Salvatore Gueli, Vincenzo Spiteri, Gabriele Spiteri e Francesco Doddo. Diversi coinvolti, compreso Rinzivillo, hanno scelto il giudizio abbreviato e sono attualmente davanti al gup del tribunale di Caltanissetta. Tra i difensori degli imputati, ci sono gli avvocati Flavio Sinatra, Giovanni Lomonaco e Walter Tesauro. In aula, si tornerà ad ottobre.

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