Droga e due telefoni a Balate, chiuse indagini: sei coinvolti

 
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Gela. Gli ultimi fatti furono riscontrati all’inizio dello scorso anno, all’interno del carcere di Balate. La procura ha chiuso le indagini nei confronti di sei coinvolti, tutti detenuti in quel periodo ad eccezione della vittoriese Giovanna Guttà, a sua volta toccata dall’inchiesta. I sei, con condotte diverse, sarebbero riusciti a far entrare nella struttura detentiva e a consegnare due telefoni e droga. I primi accertamenti condotti dagli inquirenti risalgono al febbraio di due anni fa, quando la donna vittoriese avrebbe collocato un telefono cellulare, per comunicazioni con l’esterno, nel bagno attiguo alla sala rilascio riservata ai familiari dei detenuti, che si recano in visita. Secondo gli inquirenti, avrebbe agito su richiesta del trentanovenne Carmelo Gastrucci, detenuto a Balate. Dopo diversi mesi, a dicembre, ci sarebbe stata un’altra “consegna”. Questa volta la donna avrebbe lasciato, sempre nel bagno attiguo alla sala rilascio, quantitativi di cocaina e marijuana, oltre ad un microtelefono. Anche in questo caso, la richiesta sarebbe partita da Gastrucci. Da quanto emerge, la droga e il microtelefono pare fossero destinati ad alcuni detenuti. Nel successivo febbraio, sarebbe stato ricostruito il passaggio di un telefono da Gaetano Alfieri al catanese Davide Ginevra, che a sua volta l’avrebbe fatto avere ad un altro detenuto etneo, Francesco Tudisco. Risultano tutti indagati. L’inchiesta tocca anche un recluso bulgaro, Garev Lyuboslav, che avrebbe preso in consegna la droga per cederla ad altri ristretti, avendo le consegne di portapacchi nella casa circondariale.

I pm della procura ritengono ben definita la dinamica di quanto accaduto e potrebbero richiedere il rinvio a giudizio. I primi riscontri li avrebbero avuti gli agenti della penitenziaria, durante controlli in carcere. Tra i legali di difesa ci sono gli avvocati Alessandro Agnello e Rocco Cutini.

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