Droga e una pistola in casa, quattro anni a Licata: era evaso dai domiciliari

 
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Gela. I carabinieri lo trovarono fuori dalla sua abitazione, nonostante l’obbligo degli arresti domiciliari. Partì la perquisizione e nell’appartamento vennero trovati alcuni grammi di hashish e cocaina, bilancini e una pistola clandestina, con matricola abrasa. Il collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore (a latere Marica Marino e Tiziana Landoni) ha condannato a quattro anni di reclusione il ventiseienne Ruben Licata. La droga e la pistola sarebbero state nella sua disponibilità, come confermò subito dopo l’arresto effettuato dai militari. Gli approfondimenti investigativi vennero sviluppati anche nei confronti dei due fratelli del giovane imputato. Il verdetto è arrivato a conclusione del giudizio abbreviato, chiesto dal legale di difesa, l’avvocato Sinuhe Curcuraci. Il pm Ubaldo Leo, al termine della requisitoria, ha confermato le responsabilità del giovane, facendo riferimento alla possibilità che avesse a disposizione anche altre armi, almeno due fucili, così come emerso da intercettazioni effettuate in carcere, subito dopo l’arresto.

Il pm ha chiesto la condanna a sei anni e otto mesi di detenzione. La difesa, davanti alle molte contestazioni mosse a Licata, ha comunque escluso che la droga fosse destinata allo spaccio, spiegando che l’imputato ammise subito di aver evaso i domiciliari per ragioni lavorative, oltre ad aver confermato il possesso dell’arma. Gli sono state riconosciute le attenuanti generiche.  A Licata, il collegio penale ha imposto, inoltre, la libertà vigilata per due anni.

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