Droga per finanziare i Rinzivillo, blitz “Malleus”: in Cassazione chiesto annullamento condanne

 
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Gela. Sono diverse le richieste di annullamento con rinvio dei verdetti emessi dalla Corte d’appello di Caltanissetta, nei confronti di presunti affiliati al gruppo Rinzivillo, coinvolti nell’inchiesta “Malleus”. Le ha avanzate la procura generale, davanti ai giudici della Corte di Cassazione. I ricorsi sono stati presentati dai legali di difesa di Massimo Gerbino, Baldassare Nicosia, Giuseppe Mangiameli, Giuseppe Schembri, Giuseppe Lumia e Domenico Trespoli. Per gli investigatori, ci sarebbero loro dietro ad un vasto traffico di droga, che sarebbe stato organizzato per finanziare il clan. I giudici di appello confermarono in gran parte le decisioni del collegio penale del tribunale di Gela. Ventuno anni a Gerbino, quindici anni per Nicosia e Mangiameli, quattordici anni e dieci mesi a Schembri, quattordici anni e due mesi a Lumia e tredici anni e quattro mesi per Trespoli. I legali di difesa, gli avvocati Flavio Sinatra, Cristina Alfieri, Carmelo Tuccio e Giuliano Dominici, hanno sollevato una serie di ragioni, che sono a fondamento delle richieste di annullamento della sentenza d’appello.

La decisione dovrebbe arrivare nelle prossime ore e potrebbe esserci l’eventuale rinvio alle Sezioni Unite per le posizioni di Gerbino, Schembri e Mangiameli, come chiesto dalle difese. Tra i motivi del ricorso, anche la vicenda che portò i difensori ad avanzare la ricusazione. Il rinvio a giudizio venne comunque disposto, ma secondo la tesi dei legali avrebbe inficiato i successivi gradi di giudizio, dato che successivamente fu pronunciato un verdetto favorevole sulle ragioni della ricusazione.

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