Droga per finanziare il clan Rinzivillo, dopo il blitz “Malleus” tutti davanti al gup di Caltanissetta

 
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Gela. Dopo la chiusura delle indagini da parte dei magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta, si apre l’udienza preliminare. Via all’udienza preliminare. Sono diciassette gli indagati finiti al centro del blitz “Malleus”. Si presenteranno davanti al gup Francesco Lauricella il prossimo 14 dicembre. Le manette, per molti di loro, scattarono a giugno. I magistrati della Dda gli contestarono l’associazione mafiosa e il traffico di droga. Tutto, infatti, sarebbe ruotato intorno alla riorganizzazione del clan Rinzivillo in città. L’accusa di associazione mafiosa, però, nella gran dei casi, non ha retto in fase di riesame. La droga sarebbe stata piazzata, invece, per finanziare proprio il gruppo.

I difensori contro le accuse di mafia. Nelle scorse settimane, la Corte di cassazione ha detto no al ricorso presentato di legali di Antonio Radicia e Giuseppe Domicoli, tra gli arrestati a conclusione del blitz. Gli avvocati Davide Limoncello e Danilo Tipo ne chiedevano la scarcerazione dopo che l’accusa di associazione a delinquere era caduta proprio in sede di riesame. Gli stessi giudici romani, invece, hanno scelto di approfondire gli atti legati all’arresto di altri tre indagati, Giuseppe Schembri, Massimo e Giacomo Gerbino. In questo caso, a chiederne la scarcerazione sono stati gli avvocati Flavio Sinatra e Cristina Alfieri. La difesa contesta soprattutto il contenuto dell’ordinanza d’arresto. Le accuse di associazione mafiosa, invece, sono state confermate dal riesame per i fratelli Davide e Alessandro Pardo. Tra i difensori degli indagati, ci sono anche gli avvocati Carmelo Tuccio, Giacomo Ventura, Giovanni Lomonaco.

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