Il poligono sulla Gela-Licata per i Rinzivillo: “clienti” anche da altre province

 
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Le pistole utilizzate nel poligono scoperto dagli investigatori

Gela. Il trentasettenne Davide Pardo continuerebbe ad essere uno dei capi indiscussi della famiglia Rinzivillo. Già condannato dopo le inchieste “Fabula” e “Malleus”, adesso i magistrati della Dda di Caltanissetta gli hanno fatto notificare in carcere, dove era già detenuto, un altro provvedimento di custodia cautelare, questa volta al termine del blitz “Mutata Arma”. Non solo il business della droga, ritenuto asse portante delle finanze del gruppo, ma anche il mercato parallelo della armi modificate. Una presenza sempre costante in città, confermata da una serie di sequestri. Le armi modificate, stando ai poliziotti della mobile di Caltanissetta e a quelli del commissariato di via Zucchetto, erano la specialità della famiglia Vella, in manette sono finiti i fratelli Graziano e Majch e il padre Carmelo. Gli investigatori hanno individuato una sorta di laboratorio clandestino, dove le armi venivano modificate, diventando a tutti gli effetti efficienti e pronte all’uso. C’era un poligono di prova, piuttosto rudimentale, ricavato tra le campagne, lungo la 115 Gela-Licata. I poliziotti hanno seguito tutti gli indagati per mesi, mettendo sotto osservazione anche il poligono. Non si esclude che i clienti arrivassero da altri centri e gli investigatori hanno monitorato il possibile interscambio di armi con eventuali clan mafiosi, attivi in diverse zone dell’isola.

I corrieri della droga. Ma come già dimostrato in passato, le finanze della famiglia Rinzivillo si reggerebbero su un pilastro principale, quello della droga. Stando agli investigatori, uno dei corrieri messosi a disposizione era il trentottenne Salvatore Graziano Biundo, più volte arrestato dopo la scoperta di carichi di droga e già detenuto per vicende analoghe. Uno spaccato economico, quello dell’acquisto e della successiva vendita di grosse partite di droga, emerso nelle carte dell’inchiesta “Malleus”, che in primo grado ha portato a pesantissime condanne. Già domani, sono previsti i primi interrogatori, con gli indagati che si presenteranno dal giudice delle indagini preliminari.

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