E se il consiglio venisse sciolto per il rendiconto non ancora approvato? Il documento finanziario è in naftalina mentre tutti pensano alla sfiducia

 
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Gela. Gran parte dei gruppi politici rappresentati in consiglio

comunale, ma anche quelli che il municipio lo vedono solo da fuori, sembrano attratti, anima e corpo, dalla sempre verde sfiducia al sindaco Domenico Messinese e ai suoi assessori.

Il rendiconto non è stato ancora approvato. Un tema che ha bruciato le tappe nel post Ferragosto e che già lunedì potrebbe passare ad un capitolo piuttosto interessante, ovvero la presentazione di un’unica mozione con almeno dodici firme, quindi la discussione che si sposterebbe in aula consiliare. Intanto, però, il consiglio, da diverse settimane, sembra aver messo in naftalina un altro punto dirimente, che potrebbe potenzialmente segnare lo sciogliete le righe in aula consiliare, ovvero il rendiconto 2016. Dagli uffici regionali è già arrivata la comunicazione della nomina di un commissario che avrà il compito di sovraintendere all’iter che dovrebbe concludersi con l’approvazione del documento finanziario. Se il rendiconto, però, venisse bocciato in aula oppure non venisse votato entro il termine fissato dal commissario, allora il consiglio comunale verrebbe sciolto, lasciando in piedi solo l’amministrazione comunale. Peraltro, le prospettive immediate non sono così favorevoli. Il gruppo consiliare del Pd, solo per citarne uno, ha più volte ribadito che senza i chiarimenti richiesti sul capitolo rifiuti boccerà il rendiconto. Un voto negativo dei dem potrebbe aprire scenari inattesi, anche se appare piuttosto improbabile che i consiglieri comunali si “castrino” ancora prima di far arrivare in aula la mozione di sfiducia. In ogni caso, anche il rendiconto 2016, visti i chiari di luna, sarà un banco di prova non da poco, anche per capire se qualcuno sia effettivamente pronto a lasciare il posto con tre anni di anticipo.

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