E’ vicino ai clan, confisca per i beni di Trubia: era stato sequestrato anche l’ovile

 
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Gela. Il tribunale delle misure di prevenzione di Caltanissetta non ha accolto il ricorso presentato dalla difesa dell’allevatore Maurizio Trubia e ha disposto la confisca di un complesso di immobili ma anche di conti corrente e pertinenze, per un valore complessivo di circa 500 mila euro. Sotto confisca anche l’ovile di Trubia, che in passato è stato ritenuto reggente del clan Emmanuello. Lo scorso anno, però, è stato assolto nel dibattimento di primo grado, scaturito dall’inchiesta “Redivivi 2” (la procura ha presentato appello). Per i giudici nisseni i beni sarebbero da collegare a risorse economiche illecite, relative alla sua appartenenza al clan di mafia. La difesa, nel corso del lungo procedimento, ha presentato perizie e dati economici, indicando che le fonti di reddito sarebbero state lecite.

I poliziotti avevano dato seguito ad un provvedimento di sequestro, risalente a tre anni fa ed esteso anche al gregge di Trubia, che ha spiegato di aver sempre lavorato nel settore. Sono stati confiscati un’impresa per l’allevamento di ovini e caprini, comprensiva dell’intero complesso aziendale, quindici terreni e quattro fabbricati, due depositi a risparmio e due conti correnti. Oltre a precedenti per reati di mafia, Trubia è attualmente a processo per fatti che riguardano danneggiamenti e l’invasione di terreni agricoli. Il procedimento scaturito dal ricorso contro il sequestro si era concluso a marzo e i giudici si erano riservati di decidere.

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