Emergenza Covid, Fratelli d’Italia: “Tutele ai medici e più certezze per i tamponi”

 
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Fdi chiede soprattutto più coordinamento per l'effettuazione dei tamponi

Gela. C’è ancora troppa confusione nella gestione della fase dei tamponi. Il gruppo locale di Fratelli d’Italia ritiene che Asp e autorità preposte debbano fornire indicazioni chiare, iniziando con i più esposti, i medici ma anche tutti quei lavoratori ritornati dalle zone del contagio e che a quarantena conclusa non hanno ancora usufruito dei controlli necessari. “Si registra uno stato di confusione ed incertezza nelle informazioni relative alle procedure di esecuzione del tampone rinofaringeo in provincia di Caltanissetta e a Gela. L’ordinanza del 20 marzo della Regione Siciliana – spiegano – individua la scala di priorità dei soggetti da sottoporre a tampone. Priorità assoluta ai medici e al personale sanitario presente in prima linea nei presidi ospedalieri. A seguire ci sono i professionisti  di medicina generale, i pediatri di libera scelta e il personale dei presidi di continuità assistenziale. Nel rispetto dell’ordine di priorità stabilito dall’ordinanza, oggi, purtroppo, si attesta una gestione dell’emergenza che è lenta e confusionaria, tanto dal lato dell’esecuzione dei tamponi, tanto da quello della tutela dei soggetti maggiormente esposti al rischio contagio”. Per Fratelli d’Italia servono più tutele per i medici e gli operatori sanitari, che affrontano di persona il rischio Covid. “Sembrerebbe che il personale sanitario ospedaliero, i medici di famiglia ed i pediatri, tutti in trincea nella lotta contro l’epidemia da Covid-19, stiano svolgendo il proprio importantissimo lavoro in carenza delle tutele necessarie per evitare il contagio per sé stessi rischiando, di conseguenza, di assumere a loro volta le vesti di potenziali untori del virus. E’ impensabile che, come già denunciato dai sindacati di riferimento, a gran parte del personale medico-sanitario operativo nell’emergenza sanitaria in atto – aggiungono – non sia ancora stato eseguito il tampone e che sia costretto a lavorare con dispositivi di protezione individuale inadeguati e insufficienti. E’ necessaria una delimitazione dei locali specifici per i malati Covid-19 al fine di evitare promiscuità tra il loro percorso e l’accesso dei pazienti ordinari”.

I punti interrogativi maggiori riguardano i lavoratori rientrati dal nord Italia, che vanno seguiti in maniera coordinata. “Il timore è rappresentato dalla consapevolezza che molti dei 30 mila lavoratori rientrati in Sicilia risiedano nella provincia di Caltanissetta e, soprattutto, a Gela. Sappiamo che dopo essere rientrati, con senso di responsabilità si sono autodenunciati e sottoposti alla quarantena volontaria soggiornando lontani dalle loro famiglie. Questi lavoratori, dopo aver terminato il periodo di quarantena senza aver incontrato nessuno, oggi rimangono in attesa di essere sottoposti al tampone che attesti le loro condizioni di salute – dicono – purtroppo, la lentezza nelle procedure di esecuzione e l’inadeguata informazione lasciano padri di famiglia nell’incertezza totale su quando potranno rientrare nelle loro abitazioni e stare vicini ai loro cari, ai propri figli”. “Il contributo del partito locale, dei nostri dirigenti e militanti, e’ sempre rivolto all’interesse della città – dice il coordinatore Salvatore Scuvera – inoltre, ringrazio tutti coloro che oggi sono in trincea a lottare contro questo nemico invisibile, invitando la cittadinanza a restare a casa e a non mollare perché, solo così, è possibile limitare il rischio di veicolazione del virus”. “L’ obiettivo comune è vincere questa guerra contro un nemico infimo e spietato, per questo faccio appello alla coscienza di ogni cittadino, ricordando a tutti di stare a casa. Ringrazio chi oggi ha la responsabilità di governare e di dirigere la lotta contro questo mostro invisibile e cioè i sindaci di ogni Comune della provincia – dichiara il coordinatore provinciale Angelo Cascino – volontari, personale medico e paramedico, i quali sono in prima linea in questa lotta impari. Ai dirigenti Asp, nonostante le critiche subite, chiedo di agire secondo coscienza e di non esitare a compiere ogni atto volto alla tutela di ogni anima”. Al confronto interno su questi temi hanno contribuito Ignazio Raniolo, Giuseppe Caruso, Guglielmo Piazza, Francesco Giocolano, Danilo Arancio, Pierangelo Vasile, Giuseppe Sirchia, Filippo Giusto, Francesco Minardi, Corrado Maranci, Elio Romano, Amalia Domicoli, Giacomo Di Dio, Fabio Leopardi, Marco Antonio Maniscalco, Orazio Trainito.

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