Emergenza è anche economica, cassa integrazione per centinaia di aziende: Caccamo, “come stato guerra”

 
0

Gela. “Nelle due aree di crisi complessa di Gela e Termini Imerese sono centinaia le aziende che faranno ricorso alla cassa integrazione per l’emergenza Covid-19, disposta dal governo”. Il segretario confederale della Cgil Ignazio Giudice sta seguendo l’evolversi di una crisi, che per ora è solo all’inizio ma preannuncia gravi ripercussioni. Con il fermo di quasi tutte le attività, anche a livello cittadino l’allerta Coronavirus sta segnando in rosso un tessuto economico e imprenditoriale, che non godeva affatto di buona salute. “Se l’emergenza si protraesse ben oltre il 3 aprile, come pare più che probabile – aggiunge – ci sarà una moria di realtà aziendali, già fragili perché toccate pesantemente da anni di crisi”. C’è quindi chi rischia di fermare per sempre la propria attività. Anche l’indotto Eni è a scartamento ridotto. Le aziende hanno deciso il fermo, concordando un piano di emergenza con i manager del cane a sei zampe, che consentirà di mantenere in marcia gli impianti. “La cassa integrazione disposta dal governo – aggiunge Giudice – assicura una copertura per nove settimane e si applica anche ad aziende con pochi dipendenti. Abbiamo inoltrato quesiti ad Inps e anche i lavoratori dell’indotto, che però dipendono dalle agenzie interinali, potranno usufruirne”. Un provvedimento tampone che potrebbe essere sufficiente solo per un breve lasso di tempo. “Probabilmente – aggiunge – verrà prorogato o ne verrà rilasciato un altro, con modalità differenti”. Il futuro, anche quello più immediato, non è semplice da disegnare, in una città che ancora attendeva di vedere i frutti di finanziamenti pubblici come quelli del Patto per il Sud o gli sviluppi delle intese che hanno condotto all’accordo di programma. Il vicesindaco Terenziano Di Stefano, negli ultimi giorni, ha spiegato che bisogna ripartire dai 200 milioni di euro, messi a disposizione da accordi e protocolli che si sono susseguiti negli anni. “Serve una cabina di regia con la politica regionale e nazionale”, ha spiegato. L’emergenza Covid-19, in città, sembra già assumere le sembianze dell’ennesimo shock economico. “Rispetto le proposte e le idee di tutti – conclude Giudice – sono però convinto che per ripartire bisognerà intervenire in emergenza, anche dopo l’emergenza. In una fase come quella attuale, si trovano risorse che altrimenti non ci sarebbero mai state, basti pensare al fatto che in pochi giorni è stato riattivato il reparto di malattie infettive all’ospedale “Vittorio Emanuele”, che era stato tagliato. Nelle emergenze, tutto è possibile”. Anche gli imprenditori sono molto preoccupati, nonostante la copertura degli appalti di Eni. “E’ come uno stato di guerra – dice il reggente di Sicindustria Caltanissetta Gianfranco Caccamo – è chiaro che dovremmo ricorrere agli strumenti messi a disposizione dal governo, anche se la posizione di Confindustria regionale è molto critica. Devo dire che i manager di raffineria hanno predisposto misure intelligenti per fare in modo che la produzione non si fermasse, nel rispetto delle disposizioni del governo. Un piano di rilancio per il territorio? Dobbiamo essere pragmatici. Nessuno può prevedere ciò che accadrà, neanche nel breve termine. Prima di tutto, pensiamo a superare l’emergenza sanitaria”.

Nelle ultime ore, i confindustriali dell’isola hanno però rilasciato dure valutazioni sul pacchetto di interventi governativi. “Una farsa. Il decreto che doveva tamponare l’emergenza di un paese in difficoltà non è altro che una farsa – si legge in una nota – nessun aiuto concreto alle imprese. Soldi a destra e sinistra, contributi sparpagliati senza criterio. Non un piano, non un programma per sostenere organicamente la produzione italiana. Non stanzia le risorse necessarie, complessivamente 1 miliardo e 300 milioni per tutta l’Italia, fondi che potrebbero bastare per non più di 400 mila dipendenti. Si tratta dunque di un bluff. Inoltre, impone inutili consultazioni sindacali come se ci fosse da discutere”. Gli imprenditori di Confindustria respingono in toto le misure varate per l’emergenza. “Le aziende con più di 2 milioni di fatturato – aggiungono – non hanno ottenuto alcuna sospensione, di fatto, per quanto riguarda il pagamento delle imposte, dei contributi previdenziali e dell’Iva. Non è prevista la sospensione degli adempimenti legati ad appalti e subappalti e il differimento dei termini di versamento dei carichi affidati all’agente della riscossione è irrisorio. Mentre il governo annuncia a gran voce la sospensione dei termini per il versamento dei contributi previdenziali e assistenziali, l’Inps fa esattamente l’opposto e sollecita il versamento. Ancora più grave è l’approccio superficiale del governo nel promettere bonus una tantum a professionisti, partite Iva, commercianti senza una copertura finanziaria adeguata generando una serie di click day finalizzati ad escludere la maggioranza dei potenziali richiedenti”.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here