Emergenza occupazionale, niente accordo su liste operai indotto Eni

 
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Gela. Doveva essere l’occasione, ufficiale, per mettere nero su bianco un accordo complessivo legato alle liste di disponibilità per i lavoratori dell’indotto Eni rimasti fuori dalla fabbrica: invece, la riunione convocata ieri mattina in prefettura a Caltanissetta è saltata.

L’intesa, infatti, ancora manca. Una notevole distanza divide il sindacato che spinge per l’applicazione di due parametri principali, i carichi familiari e l’anzianità di servizio, come requisiti per l’accesso alle liste e gli imprenditori, compresi i vertici di raffineria, decisi a privilegiare il requisito delle esigenze di produzione.
Il flop di Caltanissetta ha costretto lo stesso prefetto Carmine Valente a modificare i suoi programmi per recarsi direttamente in contrada Piana del Signore, nella sala riunioni del gruppo Eni. In poche ore, infatti, è stato organizzato un tavolo alternativo, seppur informale, nel tentativo di raggiungere un accordo preliminare da ratificare, ufficialmente, in un secondo momento. All’incontro, hanno preso parte i rappresentanti di Confindustria e quelli di raffineria insieme agli esponenti delle sigle sindacali confederali.
Soprattutto i sindacalisti della Cgil, coordinati dal segretario Nino Giannone, hanno escluso di poter accogliere un accordo incentrato solo sulle esigenze produttive aziendali come parametro per la scelta degli operai inseriti nelle liste di disponibilità.
Un criterio di questo tipo, stando al sindacato, sarebbe fin troppo soggettivo, non mettendo al riparo da casi di eventuali abusi.
Di parere diametralmente opposto, gli imprenditori: fermi nel dare prevalenza alle esigenze produttive delle loro aziende nella scelta di nuovo personale da assorbire anche attraverso lo strumento delle liste di disponibilità.

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