Energika contro la Regione, assessorato ha bloccato impianto termo-ossidazione rifiuti: Tar chiede atti

 
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La tecnologia predisposta da "Energika" era basata sul processo "two"

Gela. Il progetto prevede la realizzazione di un impianto di termo-ossidazione dei rifiuti e la conseguente produzione di energia. Le stime indicano almeno 50 mila tonnellate per anno e dovrebbe sorgere nella zona industriale ex Asi. Lo scorso marzo, però, i tecnici dell’assessorato regionale territorio e ambiente hanno espresso parere negativo in merito alla compatibilità ambientale, bloccando l’iter avviato dalla società Energika, fondata dall’ingegnere Angelo Tuccio, prematuramente deceduto negli scorsi mesi. I responsabili dell’azienda hanno deciso di impugnare il provvedimento di diniego emesso dall’assessorato ma anche il preliminare parere rilasciato dalla Commissione tecnica specialistica. Gli imprenditori locali si sono rivolti ai giudici del Tar Palermo, portando in giudizio sia l’assessorato territorio e ambiente sia quello all’energia. I magistrati palermitani valuteranno le ragioni che hanno indotto i tecnici regionali ad esprimere parere negativo sulla compatibilità ambientale dell’impianto. E’ stato chiesto ai funzionari dell’assessorato di produrre l’intera documentazione. I legali della Energika hanno già spiegato che, erroneamente, il parere sarebbe stato rilasciato dopo aver verificato una versione del progetto ormai superata e non quella definitiva, che peraltro colloca la realizzazione dell’impianto Two in un’area non ricadente nella zona vincolata Rete Natura 2000.

Era stato lo stesso Angelo Tuccio, padre dell’investimento, ad illustrarne i primi particolari, soffermandosi proprio sulla totale assenza di impatto ambientale. Nel processo produttivo previsto, il rifiuto viene conferito nelle celle primarie per essere sottoposto a trattamento di trasformazione. Il materiale dallo stato solido passa a quello gassoso, per poi essere trasferito nella cella secondaria. Dopo il passaggio, il gas finisce in torri di raffreddamento per ottenere vapore acqueo e alimentare una turbina per la produzione di energia elettrica. Dopo il no dell’assessorato, la questione sarà decisa dai giudici amministrativi.

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