Eni conferma i numeri degli investimenti, sindacati titubanti sul futuro dei progetti in mare

 
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Gela. Nuovo round d’incontri il prossimo 27 giugno, sempre al Ministero dello sviluppo economico. I numeri di Eni. La riunione appena conclusasi a Roma, legata agli sviluppi del protocollo d’investimenti Eni del novembre di due anni fa, viene già considerata da molti come “interlocutoria”. I manager di Eni confermano gli impegni assunti. Dopo il via libera dal Ministero dell’ambiente, con il rilascio del provvedimento di non assoggettabilità a Via degli impianti della green refinery, si danno i numeri. “Già oggi – scrivono in una nota i vertici di Eni – lavorano 130 risorse dell’indotto locale. Sul fronte del risanamento ambientale tutte le attività di bonifica autorizzate per le società Eni operanti sul territorio sono concluse o in corso. Nel primo trimestre 2016 sono stati avviati 3 cantieri, raggiungendo un totale di 22 cantieri avviati dalla firma del protocollo, di cui 5 completati. Il totale dell’impegno economico investito sino allo scorso marzo è stato di 64 milioni di euro. Per quanto concerne la situazione occupazionale complessiva dell’indotto, per il 2016 si prevede un impiego medio di 1.255 risorse, con un picco di 1.400 unità, rispetto alle 1.200 previste nel Protocollo. Gli studi di fattibilità nei settori della chimica verde e del gas naturale sono stati completati”.

I timori sui progetti di esplorazione e trivellazione in mare. Posizioni che, però, vengono viste con molta cautela, soprattutto dal fronte sindacale. I segretari dei chimici di Filctem, Femca, Uiltec e Ugl rimangono su posizioni attendiste davanti ai numeri proposti da Eni. “Anzitutto – spiegano Maurizio Castania della Uiltec e Francesco Emiliani della Femca – l’azienda attende l’esito del verdetto del 9 giugno prossimo, quando i giudici del Consiglio di stato dovrebbero pronunciarsi in merito al ricorso, presentato da associazioni ambientaliste e comuni, contro il progetto di esplorazione e trivellazione in mare del gruppo Eni. Tutto ciò, però, non deve diventare occasione per prendere tempo e far slittare ulteriormente un investimento da 1,8 miliardi di euro”. I numeri dell’indotto portati da Eni, inoltre, tengono in considerazione tutti gli operatori dei servizi correlati, dalle pulizie alle mense passando anche per guardia ai fuochi e lavoratori della sicurezza. Quindi, non si tratta solo di metalmeccanici, elettrostrumentali ed edili. I tempi sembrano potersi stringere per la green refinery, anche sul fronte dei nuovi appalti da assegnare, a cominciare da quello per la realizzazione dell’impianto di steam reforming. Nel corso dell’incontro, inoltre, è emersa la possibilità della trasformazione dell’ex casa albergo di Macchitella in un centro per attività di co-working.

Niente guayule e si punta sul Gnl. La sperimentazione sul guayule sembra abbandonare definitivamente l’area gelese per essere avviata in altre zone della Sicilia. “Complessivamente – conclude la nota dell’azienda – dalla firma del protocollo ad oggi, Eni ha investito circa 280 milioni di euro”. L’amministrazione comunale, invece, come ribadito dal vice sindaco Simone Siciliano punta soprattutto ai progetti “fuori protocollo”, con in testa il sistema per il rifornimento di gas naturale liquefatto sul Mediterraneo. Nel corso dell’incontro, i sindacati hanno inoltre sottolineato la necessità che i circa novanta dipendenti Eni attualmente impegnati tra gli impianti di Viggiano, dove si va verso la cassa integrazione, vanno trasferiti in altri siti del gruppo.   

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