Eni e bonifiche, il laboratorio nell’area ex Asi va ripristinato: chiesto un elenco delle aree dismesse

 
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Gela. Il prossimo 15 settembre l’amministrazione comunale incontrerà i tecnici del ministero dello sviluppo economico a Roma per cercare di fare il punto della situazione intorno al decreto per l’area di crisi complessa e all’accordo dello scorso novembre sugli investimenti Eni in città. “Riattivare il laboratorio finanziato nell’area ex Asi”. L’assessore Simone Siciliano, però, mira ad intavolare trattative anche sul fronte, molto complesso, delle bonifiche. “Ci stiamo muovendo su più versanti – dice – per quanto riguarda le attività di bonifica delle aree industriali, soprattutto di quelle dismesse da Eni, prendiamo in considerazione il protocollo di novembre ma cerchiamo anche di andare oltre. Nell’area ex Asi di contrada Brucazzi, c’è da anni la disponibilità di un laboratorio attrezzato che , con i giusti fondi economici, potrebbe essere utilizzato per attività di ricerca e analisi, magari coinvolgendo gli specialisti dell’Ispra e neo laureati che concentrino l’attività già avviata da uno speciale tavolo regionale”. Una mossa che potrebbe trovare inserimento nell’accordo di programma, essenziale per dare il via libera definitivo al programma d’investimenti Eni in città. I manager del gruppo mirano a progetti per circa 2,2 miliardi di euro.

Chiesto un elenco delle aree dismesse già bonificate. Nelle scorse settimane, inoltre, proprio l’amministrazione comunale ha nuovamente richiesto al gruppo Eni l’intera documentazione sulle aree industriali dismesse e già bonificate. Potrebbero rappresentare un obiettivo appetibile per gruppi imprenditoriali pronti ad investire. In programma, c’è già il doppio impianto per la produzione di bioetanolo che dovrebbe essere realizzato dal gruppo Mossi&Ghisolfi. L’attenzione, inoltre, si concentra anche intorno alla possibile piattaforma logistica per la produzione e il successivo trasporto di gas naturale liquefatto e gas naturale compresso. Non è da escludere che il progetto possa interessare altri investitori, anche stranieri, che potrebbero entrare in una sorta di cordata insieme al gruppo Eni. In ogni caso, l’incontro fissato per il 15 settembre al ministero dello sviluppo economico non ha di certo soddisfatto i sindacati, sia quelli del settore chimico che i confederali di Cgil, Cisl e Uil. Le parti sociali, con in testa proprio i sindacati, non sono state convocate. “Non sappiamo che tipo d’incontro si terrà a Roma – spiegano i segretari confederali Ignazio Giudice, Emanuele Gallo e Maurizio Castania – una cosa è certa, l’accordo di programma può essere firmato solo con il consenso di tutte le parti interessate. Durante i precedenti vertici, sia in prefettura che alla regione, si era optato per un sistema di collaborazione tra tutte le parti coinvolte”. L?’assessore Simone Siciliano, invece, conferma che si tratta di un incontro solo tecnico, legato alla volontà di definire i prossimi passi da muovere sia sul piano del decreto per l’area di crisi complessa sia su quello dell’accordo dello scorso novembre.

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