Erano dei boss ora destinati al Comune, immobili e aziende da assegnare: sono più di cinquanta

 
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Gela. In base ai dati aggiornati e resi pubblici dall’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla mafia sono cinquantasei quelli destinati al Comune di Gela. Si tratta in gran parte di beni immobili, abitazioni ma anche terreni, che dovrebbero finire nella piena gestione del municipio. Negli ultimi mesi, ci sono stati alcuni incontri tra i tecnici dell’ente e i funzionari dell’Agenzia nazionale, proprio per fare il punto sullo stato delle procedure in atto. In alcuni casi, infatti, ci sono immobili ancora occupati oppure quelli del tutto in disuso o in conclamato stato di abbandono. Spetterà poi al Comune deciderne la sorte. Sulla carta, dovrebbero essere riassegnati a fini sociali, attraverso la pubblicazione di bandi pubblici. Nell’elenco si trovano beni che originariamente erano di proprietà di alcuni esponenti di spicco delle organizzazioni criminali locali. Le tabelle riportano i dati tecnici di immobili riconducibili ad ex capi di cosa nostra e stidda.

Ci sono quelli intestati a Rosario Trubia (oggi collaboratore di giustizia), Angelo Fiorisi, Carmelo Vella (a sua volta collaboratore di giustizia), Giuseppe Alferi, Alessandro Barberi e Giorgio Lignite. Sono solo quattro, invece, le aziende che l’Agenzia nazionale ha ricompreso nell’elenco dei beni che finiranno nella piena disponibilità dell’ente. Ci vorrà del tempo, però, per arrivare alle prime assegnazioni.

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