Escluse da Crocetta per il sospetto di mafia, le aziende del teatro da risarcire: paga il Comune

 
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Gela. Il Comune finirà di pagare nel 2020 il risarcimento dovuto all’associazione temporanea di imprese che l’allora sindaco Rosario Crocetta escluse dai lavori per la ristrutturazione del teatro Eschilo. Per una delle aziende venne rilasciata un’informativa antimafia interdittiva, con il sospetto di presunte infiltrazioni criminali. Crocettà revocò l’appalto assegnandolo ad un consorzio di Comiso, secondo in graduatoria. Due anni fa, però, i giudici del Tar di Palermo hanno dato ragione alle aziende escluse, condannando al pagamento proprio il Comune. Dalle casse del municipio usciranno 267 mila euro, da versare a rate. L’ultima è fissata entro febbraio 2020. Si è conclusa la procedura che ha portato il commissario ad acta ad approvare il debito fuori bilancio, sostituendosi ad un consiglio comunale che non c’è più. A luglio, i giudici amministrativi del Tar Catania hanno ulteriormente intimato il Comune a pagare, dopo il giudizio di ottemperanza proposto dai legali delle aziende. Nel 2016, il Tar Palermo diede ragione al gruppo escluso con l’ombra mafiosa, addirittura sostenendo che la revoca decisa da Crocetta violasse le norme del codice antimafia. L’informativa che accertava il rischio di infiltrazioni mafiose, all’epoca venne rilasciata dalla prefettura di Catania solo in relazione ad una delle società mandanti. Gli altri imprenditori, a loro volta confluiti nell’associazione temporanea aggiudicataria dell’appalto, già prima di concludere il contratto avevano proposto di sostituirla. Un’ipotesi che venne scartata dai funzionari del Comune, tanto da spingerli a revocare l’appalto, tagliando fuori tutte le aziende del raggruppamento.

“Osserva il collegio che la causa può essere decisa sulla base della costante giurisprudenza formatasi sul punto controverso – scrissero i giudici nella sentenza – con cui si è affermata l’illegittimità del provvedimento con il quale un Comune revochi in autotutela, nei confronti di un’Ati, l’aggiudicazione di una gara di appalto, motivato con riferimento al fatto che la mandante è stata destinataria di una informativa interdittiva antimafia, nel caso in cui l’impresa mandataria della medesima Ati abbia tempestivamente e formalmente comunicato alla stazione appaltante di volersi avvalere della facoltà che consente alla mandataria, nei casi previsti dalla normativa antimafia, di eseguire i lavori facenti capo alla mandante estromessa anche indicando altra impresa”. I revisori dei conti hanno espresso parere favorevole, a differenza del dirigente al bilancio che invece ha rilasciato parere negativo. Il commissario ad acta (l’ex segretario generale del Comune Pietro Amorosia) ha comunque chiuso la partita, così come imposto dai giudici amministrativi.

2 Commenti

  1. Quanti regali ci ha lasciato il signor Crocetta e i gelesi pagheranno questi e altri regali di loro tasca .Bravo l’ex sindaco è stato bravo veramente a lasciarci nei guai .

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