Esercizio abusivo della professione, il caso dell’ex presidente Fava va rivisto in Cassazione

 
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Giuseppe Fava

Gela. Il caso dell’ex presidente del consiglio comunale Giuseppe Fava dovrà essere rivisto dai giudici della Corte d’appello di Caltanissetta.

La condanna a 240 euro di sanzione. La decisione è stata adottata dai magistrati della Corte di cassazione dopo il ricorso presentato contro la doppia condanna. Fava finì a processo con l’accusa di esercizio abusivo della professione di geologo. I giudici di primo e secondo grado gli comminarono una sanzione da 240 euro. In sostanza, avrebbe esercitato nonostante la sospensione temporanea causata dal mancato pagamento di alcuni contributi. La sua posizione venne subito regolarizzata. Per questa ragione, il suo legale di fiducia, l’avvocato Rocco La Placa, ha contestato il verdetto dei giudici sia in primo che in secondo grado. L’ex presidente del consiglio comunale, inoltre, sollevò la questione di una serie d’errori nelle procedure di comunicazione da parte dei funzionari dell’ordine dei geologi.

“La configurazione del fatto va rivista”. Elementi che, comunque, condussero i giudici di primo grado e quelli d’appello ad irrogargli la sanzione pecuniaria. Per i giudici romani di cassazione, ai quali si sono rivolti sia la difesa che lo stesso Fava, la configurazione del fatto contestato va rivista. Ci sarebbero gli estremi per collocarlo tra quelli di lieve tenuità “applicativi della causa di esclusione della punibilità”. Un’interpretazione che se confermata nel nuovo giudizio d’appello potrebbe far cadere la contestazione mossa dai magistrati. Fava ritornò ad esercitare la sua professione dopo poche settimane, avendo regolarizzato per intero la posizione contributiva.

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