Esplosione mercatino, ci sono due indagini: dimessi i primi otto feriti

 
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Gela. Sono ancora otto i feriti provocati dall’esplosione della bombola di gpl al mercatino di via Madonna del Rosario. Complessivamente sono state sedici le persone coinvolte, otto delle quali ricoverate per ustioni lievi e intossicamento da inalamento di fumo all’ospedale Vittorio Emanuele. Oggi saranno tutte dimesse.

Gli altri otto feriti sono sparsi in vari ospedali della Sicilia, quattro delle quali in prognosi riservata. In particolare tre al Cannizzaro di Catania, una persona a Licata, una al Policlinico di Palermo e tre al Vittorio Emanuele di Gela. Destano particolari preoccupazioni le vittime ricoverate a Catania, la 22enne che era dentro il furgone Iveco adibito a rivendita di polli allo spiedo, il ragazzino di 14 anni ed una donna di 61 anni, tutte con ustioni superiori al 50 per cento.

Fuori pericolo la donna incinta ricoverata a Palermo, moglie di un carabiniere. La paziente ha riportato ustioni di primo, secondo e terzo grado al viso alle braccia al petto ma non è in pericolo di vita.

Intanto la Procura di Gela ha aperto una indagine, dove rischia di essere iscritto il proprietario del furgone, a bordo del quale è deflagrato ieri il gas di una delle quattro bombole di gpl utilizzate, nel mercatino rionale di via Madonna del Rosario.

Le persone ferite sono state colpite dalle fiamme e dall’olio bollente

Le indagini di polizia e carabinieri, coordinate dal sostituto procuratore, Ubaldo Leo, stanno cercando di accertare le cause del grave incidente che ha rischiato di causare una strage. Stava per scoppiare, infatti, una seconda bombola che già si era deformata. Gli inquirenti sospettano anomalie sul tipo e sulla quantità di gas caricata da un ipotizzato mercato illegale parallelo. Saranno i periti incaricati dalla magistratura a provare a ricostruire tutto.

Intanto sulla vicenda è intervenuto il segretario della Cgil, Ignazio Giudice, che ha incontrato uno dei feriti in ospedale. “Bravi i medici, gli infermieri, gli ausiliari ed i volontari corsisti che oggi ho desiderato incontrare per stringere loro la mano, così come ho voluto salutare Morena, giovane donna di Gela, l’unica ricoverata nel nostro ospedale. Dalle sue parole e dai suoi occhi insieme a quelli dei suoi genitori ho compreso cosa significa salvarsi dopo aver visto la morte da vicino, sulla propria pelle, in quegli istanti. Speriamo nella salute dei grandi ustionati e rivendichiamo sicurezza nei luoghi di lavoro, sempre e ovunque”.

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