Estorsioni a Roma, Cassazione annulla per Rinzivillo: appello dovrà rideterminare pena

 
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Gela. I giudici della Corte di Cassazione hanno annullato la condanna che in appello era stata emessa nei confronti del sessantenne Salvatore Rinzivillo. Annullamento senza rinvio per le contestazioni che riguardano il metodo mafioso e l’agevolazione, così spiega il legale Roberto Afeltra che lo difende insieme all’avvocato Annarita Franchi. La decisione è arrivata in serata e riguarda la costola romana dell’inchiesta sulla riorganizzazione del gruppo Rinzivillo, ribattezzata dagli investigatori “Druso”. In appello, gli era stata comminata la condanna a dieci anni e otto mesi di reclusione. Una decisione di entità inferiori rispetto ai quindici anni e dieci mesi, stabiliti invece dal gup del tribunale capitolino, al termine del giudizio abbreviato. Il ricorso in Cassazione ha però contribuito a rivedere l’intero quadro accusatorio. Dovranno essere nuovamente i giudici di appello a rideterminare l’entità della pena, sulla base di quanto disposto dalla stessa Cassazione. Secondo gli investigatori, che misero a segno la maxi inchiesta antimafia “Extra fines-Druso”, Rinzivillo avrebbe sfruttato la base di Roma per estorsioni e danneggiamenti, mettendo nel mirino le titolari di una ditta di ortofrutta all’ingrosso e quello di un locale, nel centro della capitale. La Cassazione, insieme alla posizione del sessantenne, attualmente detenuto sotto regime di 41 bis, ha rivisto quelle del carabiniere Cristiano Petrone (difeso dall’avvocato Pierfrancesco Bruno), con una condanna ridotta a tre anni e quattro mesi di reclusione (in appello la pena era stata di tre anni e sei mesi), e di Paolo Rosa (con il legale Mauro Capone), con un verdetto di quattro anni e undici mesi, rispetto ai sei anni e sei mesi del giudizio di appello. Erano già stati assolti nei precedenti gradi di giudizio sia Francesco Maiorano che Giovanni Ventura.

In appello, ci fu la riduzione della condanna per Rosario Cattuto (rappresentato dall’avvocato Riccardo Balsamo), con una pena ormai definitiva di tre anni e sette mesi di reclusione, e per Angelo Golino, con quattro anni e sei mesi di detenzione. Erano tutti accusati di aver supportato i presunti piani di Rinzivillo. La decisione della Cassazione rispetto alla posizione di quello che viene considerato il nuovo reggente della famiglia Rinzivillo potrebbe aprire spiragli per le strategie difensive. Il sessantenne è stato condannato in primo grado nel giudizio abbreviato per l’inchiesta “Extra fines” e attende la decisione del gup di Caltanissetta per l’inchiesta “Cleandro”.

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