Ex Asi, sopralluoghi in discariche abusive: non c’è taglio fondi su videosorveglianza

 
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L'area industriale ex Asi

Gela. L’impegno l’ha assunto il dirigente Grazia Cosentino, ieri sentita in audizione dalla commissione consiliare sviluppo economico. Da lunedì, infatti, dovrebbero iniziare i primi sopralluoghi nelle tante discariche abusive dell’area industriale ex Asi, a Brucazzi. Per i rifiuti solidi urbani, ancora abbandonati infrangendo ogni regola, si provvederà con Tekra. Il nodo vero è quello dei rifiuti speciali, dall’amianto agli scarti di produzione. Il dirigente ha spiegato che si dovrebbe procedere con un’azienda specializzata e sarà necessaria una gara d’appalto. Più di una perplessità rimane sulle competenze ad intervenire per sanzionare chi smaltisce illecitamente. Ci sono stati toni accessi, infatti, sulle effettive competenze in materia della polizia municipale. La commissione, presieduta da Rosario Faraci e composta da Luigi Di Dio, Virginia Farruggia, Pierpaolo Grisanti ed Emanuele Alabiso, da diverse settimana sta lavorando sul futuro più immediato dell’area ex Asi, che dovrebbe attrarre ancora investimenti, anche nell’ottica della Zona economica speciale, ma che risente di troppi ritardi. Anche sulla videosorveglianza che manca, sembrava che il finanziamento chiesto dalla sede locale Irsap, che oggi gestisce l’area, rischiasse di perdersi, come quello di recente non concesso dal ministero al Comune. Dopo una verifica alla Regione, sembrerebbe che ci possano ancora essere margini di manovra.

La commissione ha sentito, negli scorsi giorni, diversi imprenditori e organizzazioni datoriali, da Sicindustria (con il reggente Gianfranco Caccamo e Orazio Scerra) al Cna (in città rappresentato da Roberto Sola). Rimangono le tante incognite su un costo delle aree, che supera di molto non solo la media siciliana ma anche quella di tante altre regioni. I commissari che attualmente guidano le Irsap non dispongono neanche dei poteri necessari ad autorizzare cessioni o locazioni. Un tessuto economico ancora ostaggio di una burocrazia, che nel tempo non è riuscita a far sviluppare un’area industriale che si estende a ridosso del porto isola e del complesso Eni, ma che non ha a disposizione neanche una banda larga per le connessioni internet o un adeguato sistema di illuminazione, con vandali e ladri che hanno terreno fertile.

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