Ex “Ciliegino”, un’altra proposta per rilanciare l’investimento: Nicosia, “Comune tace”

 
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Le aree dell'ex polo "Agroverde" mai partito

Gela. In base a quanto più volte riferito dal sindaco Lucio Greco, il progetto del polo agro-energetico, che dovrebbe prendere il posto dell’ex “Ciliegino”, è tra le priorità dell’amministrazione comunale. Sul finire dello scorso anno, l’atto di indirizzo della giunta, emendato, venne approvato dall’assise civica. I capisaldi rimangono l’acquisto di tutti i terreni da parte del municipio, con una spesa di circa cinque milioni di euro, e un bando internazionale per individuare l’eventuale partner privato. Gli ex proprietari attendono da anni di vedere almeno le indennità che gli spettano per legge, dopo il flop del progetto “Ciliegino”. Ci sono ancora oggi, però, aziende del settore che ritengono possibile investire sul progetto, nelle aree tra le contrade Sant’Antonio, Tenuta Bruca e Cappellania. Non arrivano però riscontri dal municipio. L’avvocato Giuseppe Nicosia, che da anni segue le traversie dell’intero iter, è il commissario liquidatore dell’associazione Airone, che come centinaia di ex proprietari attende ancora le indennità, dopo aver perso l’area dell’ex aviosuperficie. L’associazione ha ottenuto un decreto ingiuntivo, da oltre 200 mila euro. Il commissario ha dato mandato di agire al Tar, per il giudizio di ottemperanza, di modo da recuperare le somme. Il professionista ribadisce però l’atteggiamento di totale chiusura dell’amministrazione comunale. “Una società del settore, la Green Enesys – dice – anche nelle ultime settimane è tornata ad avanzare la proposta al Comune. Il gruppo è pronto a versare subito cinque milioni di euro, a titolo di risarcimento, e a prevedere il pagamento di royalties. Al Comune, sono stati inoltrati tutti i documenti, compreso il progetto. Non c’è stata alcuna risposta. Io, onestamente, nell’interesse di tanti ex proprietari, compresa l’associazione Airone, faccio fatica a capire quale possa essere la linea del sindaco e dell’amministrazione. Il Comune vuole spendere oltre cinque milioni di euro, quando invece un’azienda privata verserebbe le stesse somme, fornendo garanzie e anche il pagamento di royalties all’ente. Somme che andrebbero a coprire gli espropri subiti dagli ex proprietari. L’amministrazione comunale, almeno dovrebbe esaminare la proposta e poi, eventualmente, dare la propria risposta. Invece, c’è solo silenzio, in attesa di un bando internazionale, che non si sa che tempi abbia”. L’avvocato Nicosia spiega di aver tentato di avere riscontri istituzionali, ma è stato tutto vano. “Ho parlato informalmente con il sindaco – continua – ho anche chiesto un intervento del presidente del consiglio comunale. Tutti temporeggiano, in attesa di non si sa cosa. Come liquidatore dell’Airone, ho dato mandato al nostro legale, che agirà al Tar per ottenere il riconoscimento di somme che spettano per titolo giuridico. Purtroppo, andando avanti così le cose, penso che gli altri proprietari faranno fatica ad ottenere ciò che gli spetta”.

Il progetto della “Green Enesys”, in quel caso in partnership con “Viridi”, venne inoltrato all’intero consiglio comunale, già nel dicembre di un anno fa. Anche l’assise civica chiese di fare chiarezza. Alla fine, venne approvato l’atto di indirizzo proposto dall’amministrazione comunale, che prevede l’acquisto dei terreni e il bando internazionale. Fu nominato anche un esperto esterno, per seguire l’iter, l’ex dirigente regionale Salvatore D’Urso. Ad oggi, non trapelano notizie su eventuali sviluppi.

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