“Exitus”, Ferrara si difende in aula: “Non sono mai andato oltre i rapporti professionali”

 
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Gela. “Non sono mai andato oltre i rapporti professionali”. L’avvocato Grazio Ferrara ha ribadito di non aver sostenuto il boss Salvatore Rinzivillo o esponenti dei clan. Questa mattina, davanti al collegio penale del tribunale presieduto dal giudice Miriam D’Amore, è stato concluso il suo esame. Il professionista, coinvolto nell’indagine antimafia “Exitus”, ha risposto principalmente alle domande del difensore, l’avvocato Giacomo Ventura. Ha ripercorso anche la vicenda del colloquio in carcere avuto con lo stesso Rinzivillo, che intanto era stato arrestato nel blitz “Extra fines”. Ferrara, in quel periodo, era il legale di fiducia del boss, attualmente detenuto sotto regime di 41 bis. Secondo i pm della Dda di Caltanissetta, dopo l’arresto di Rinzivillo, avrebbe fatto da tramite con gli esponenti ancora in libertà. L’imputato più volte, anche in precedenti udienze, ha dato la stessa versione, spiegando di essersi limitato ai suoi doveri professionali. Per l’accusa, invece, era diventato un referente del boss e inoltre avrebbe avuto rapporti con altri esponenti di Cosa nostra. Nel corso dell’esame, ha precisato di aver svolto il suo ruolo di difensore per soggetti accusati di essere affiliati non solo a Cosa nostra ma anche alla stidda. “Facevo il mio lavoro”, ha continuato. Testimoniando ha anche spiegato di aver acquistato una vettura, attraverso indicazioni di Luigi Rinzivillo, a sua volta coinvolto nel blitz “Extra fines” e cugino di Salvatore Rinzivillo. “Dopo poco tempo mi venne rubata”, ha continuato Ferrara.

Nell’ultimo scorcio della testimonianza ha voluto chiarire i rapporti con l’esercente licatese Giuseppe Incorvaia, la cui posizione venne archiviata già in fase di indagine. Ha negato di averlo minacciato. “Volevo solo aiutarlo ritenendo che potesse essere a sua volta indagato”, ha detto ancora. Nelle prossime udienze avanzeranno le rispettive conclusioni il pm della Dda di Caltanissetta Davide Spina e le difese degli imputati. Nel giudizio, alle contestazioni risponde anche Emanuele Zuppardo, rappresentato dal legale Roberto Afeltra.

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