Extra fines, in appello chiesti 22 anni per Rinzivillo: “Condanne a tutti gli imputati”

 
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Gela. La condanna per il sessantenne Salvatore Rinzivillo, considerato nuovo reggente dell’omonima famiglia di Cosa nostra, va aggravata a ventidue anni di reclusione. In primo grado, il gup del tribunale di Caltanissetta, gli aveva imposto venti anni di detenzione. La richiesta, davanti ai giudici della Corte d’appello di Caltanissetta, è stata formulata dalla procura generale, in accoglimento del ricorso presentato dai pm, dopo il giudizio di primo grado. Per il procuratore generale, infatti, anche le ipotesi che il gup aveva dichiarato prescritte vanno imputate al sessantenne, così come una delle accuse di estorsione, che al momento della decisione di primo grado era stata derubricata in ipotesi meno gravi. Allo stesso tempo, dai banchi della procura generale è stata formalizzata la richiesta di conferma delle condanne per tutti gli altri imputati, coinvolti insieme a Rinzivillo nell’inchiesta “Extra fines”, che ebbe uno sviluppo anche fuori dai confini siciliani (soprattutto a Roma) e fino a ricostruire gli interessi criminali del gruppo, anche in altri Stati europei. Così, è stato chiesto di confermare le condanne a tredici anni e quattro mesi di reclusione per l’avvocato Giandomenico D’Ambra, ritenuto molto vicino a Rinzivillo e che avrebbe intrecciato una serie di affari a Roma; a dodici anni e dieci mesi per Ivano Martorana, considerato braccio destro del boss in Germania, soprattutto per il traffico di droga; ad undici anni per Gaetano Massimo Gallo e a due anni e otto mesi per Giuseppe Flavio Gallo; a dieci anni e otto mesi ciascuno per Filippo Giannino, Emanuele Romano, Alessandro Romano, Aldo Pione e Rosario Pione; a dieci anni per il carabiniere Marco Lazzari e per Rolando Parigi. A chiedere la conferma di tutte le condanne è stato inoltre il legale di un imprenditore locale, che secondo gli inquirenti fu vittima di richieste estorsive. L’avvocato Vittorio Giardino, nell’interesse dell’imprenditore, ha concluso sostenendo la conferma anche della pronuncia di primo grado che ha riconosciuto una consistente provvisionale.

Già i pm della Dda di Caltanissetta, che coordinarono il filone investigativo “Extra fines”, ritennero Rinzivillo nuovo capo dell’organizzazione, con il supporto dei fratelli ergastolani, Crocifisso Rinzivillo e Antonio Rinzivillo. Tutti gli imputati, secondo le contestazioni, avrebbero fatto parte della cerchia del sessantenne, sostenendolo, pure da un punto di vista economico. Toccherà alle difese, nelle prossime udienze, esporre le ragioni degli imputati, contenute nei ricorsi proposti in appello. I coinvolti sono difesi dagli avvocati Roberto Afeltra, Cristina Alfieri, Giuseppe D’Acquì, Rocco Guarnaccia, Giovanni Lomonaco, Michele D’Agostino, Umberto Goffi, Angelo Pacchioni, Patrizio Mercadante, Domenico Mariani, Giuseppe Minà, Francesco Maggiolini e Pierpaolo Dell’Anno. Durante l’udienza, uno degli imputati ha voluto rilasciare dichiarazioni spontanee, a chiarimento della sua posizione processuale.

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