False fatturazioni per evadere il fisco con società estere, denunciati 11 imprenditori

 
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Gela. Guardia di Finanza e carabinieri hanno disarticolato un presunto sodalizio, composto da alcuni imprenditori che, attraverso la cosiddetta  “frode carosello” per 8 milioni di euro di fatturato, avrebbero ottenuto, a vario titolo, un indebito risparmio d’imposta di oltre 2,5 milioni di euro. A San Cataldo sono state eseguite 11 misure cautelari nei confronti di persone indagate, a vario titolo, per le ipotesi di associazione a delinquere finalizzata all’emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti ed effettuato sequestro preventivo di beni per 2,5 milioni di euro.

L’indagine, coordinata dalla Procura di Caltanissetta, è iniziata nel 2020 ed ha permesso, attraverso un’attività congiunta dei militari del Gruppo della Guardia di Finanza  di Caltanissetta e dei Carabinieri della Sezione Operativa del NORM, di disarticolare un gruppo composto da  imprenditori che, avrebbero simulato una serie consecutiva di vendite di prodotti mai usciti, secondo l’ipotesi dell’accusa, dai magazzini della prima società venditrice, che coinvolgevano anche società estere e italiane interposte, poi rivelatesi mere “cartiere”. Così facendo, sfruttando il regime “di sospensione di imposta”: la prima società venditrice avrebbe ottenuto detrazioni d’imposta, sia IVA che IRES, non spettanti. Il credito IVA, infatti, avrebbe tratto origine da una serie di operazioni inesistenti, certificate da fatture false, consistenti in compravendita di prodotti, di fatto, mai movimentati.

Le attività d’investigazione hanno consentito di accertare come la presunta organizzazione criminale avesse ramificazioni anche sul territorio della Repubblica Ceca, ove sarebbero stati creati fittizi soggetti giuridici necessari per la realizzazione delle frodi.

Secondo la ricostruzione investigativa, la frode sarebbe stata realizzata per favorire, in modo prevalente, una società avente sede a San Cataldo, la quale avrebbe omesso di versare imposte per circa 2.5 milioni di euro, scaturenti da un fittizio fatturato di circa 8 milioni di euro, consentendole, attraverso l’indebito vantaggio fiscale, di assicurarsi una posizione di supremazia nel mercato degli pneumatici, venduti al pubblico a prezzi notevolmente inferiori a quelli determinati dalle regole della concorrenza, a svantaggio delle imprese rivali.

Tre degli indagati, considerati costitutori, promotori e organizzatori del sodalizio, sono destinatari della misura degli arresti domiciliari mentre i rimanenti, residenti in varie parti del territorio nazionale, sono stati sottoposti alla misura dell’interdizione dall’esercizio delle attività di impresa e al divieto d’assunzione di uffici direttivi delle persone per la durata di 1 anno. Parallelamente, è stato eseguito un sequestro preventivo per l’importo complessivo di circa 2,5 milioni di euro.

L’indagine è stata eseguita anche con il contributo da parte di Amministrazioni Tributarie Estere per il tramite del II Reparto del Comando Generale della Guardia di Finanza (che ha consentito di accertare le ramificazioni della presunta associazione sul territorio della Repubblica Ceca) e dei Reparti dell’Arma dei Carabinieri dislocati sul territorio nazionale (per l’esecuzione di alcune misure cautelari).

L’attività, sviluppata mediante indagini di tipo tradizionale condotte dall’Arma dei Carabinieri e gli approfondimenti finanziari svolti dalla Guardia di Finanza, si inquadra nelle azioni poste in essere dalla Procura di Caltanissetta anche per intercettare i fenomeni di frode fiscale maggiormente dannosi per l’Erario Pubblico, garantendo il funzionamento dei corretti sistemi di concorrenza dei mercati a vantaggio di tutta la comunità.

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