“Fanno parte di una cupola…”, insulti e accuse a Fasulo e Mauro: Di Blasi a processo

 
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Gela. “Ero continuamente accusato e insultato tramite post inseriti sul suo profilo facebook. Sarei stato al centro di un presunto scambio di voti e m’indicava come appartenente ad una cupola mafiosa. Era veramente troppo!”.

“Mi definiva ladro!”. L’ex sindaco Angelo Fasulo ha testimoniato davanti al giudice Silvia Passanisi nel processo a carico del dipendente comunale Saverio Di Blasi, da anni tra i responsabili dell’associazione Aria Nuova. Di Blasi è accusato di diffamazione nei confronti del primo cittadino uscente e dell’ex direttore generale del Comune Renato Mauro, entrambi si sono costituiti parte civile con i legali Claudio Cricchio e Rocco Scicolone. Parte civile è anche l’ente comunale. Al centro del dibattimento, una serie di post inseriti da Di Blasi sul suo profilo facebook e relativi proprio a Fasulo e Mauro. “Mi accusava di tutto anche sul fronte degli appalti per il servizio dei rifiuti – ha spiegato Fasulo – in alcuni post mi definiva ladro”. §

“Sono stato nel mirino della mafia”. Ad essere sentito davanti al giudice è stato anche l’ex direttore generale di Palazzo di Città Renato Mauro. “In più occasioni – ha detto – sono stato minacciato da Di Blasi. Mi ha più volte addebitato la vicinanza a gruppi mafiosi e, addirittura, mi ha accusato di aver assegnato illecitamente appalti per il servizio dei rifiuti citando una sentenza, quella scaturita dal processo Munda Mundis, dove chiaramente si ribadisce che io ero vittima e nel mirino delle organizzazioni criminali come dimostrato anche dalla recente sentenza d’appello ai danni di Giovanni Di Giacomo che prese parte all’agguato ai miei danni”. Nel corso dell’udienza, è stato ascoltato anche un funzionario della polizia postale che effettuò diversi accertamenti proprio in merito alle denunce sporte contro il dipendente comunale.

Le denunce di Di Blasi. La difesa, rappresentata dall’avvocato Antonino Ficarra, ha fatto leva sulle tante denunce presentate da Di Blasi e dalla sua associazione, indicando anche come gli stessi magistrati della procura avrebbero preso spunto da queste segnalazioni per avviare alcune inchieste, compresa quella sulla Rsa Caposoprano. Lo stesso legale ha chiesto l’esame di Emanuele Amato, altro esponente di un’associazione ambientalista da anni attiva in città e molto vicino all’imputato. Il giudice, però, si è riservata e deciderà all’apertura della prossima udienza. 

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