Faraone attacca su bonifiche, "Musumeci e Costa dormono"
Gela. “Anche Eni deve assumersi le proprie responsabilità”. Le bonifiche ferme da anni sono diventate un cavallo di battaglia, anche politico, dei dem e lo ribadiscono il deputato regionale Giuseppe A...
Gela. “Anche Eni deve assumersi le proprie responsabilità”. Le bonifiche ferme da anni sono diventate un cavallo di battaglia, anche politico, dei dem e lo ribadiscono il deputato regionale Giuseppe Arancio e il segretario cittadino Peppe Di Cristina. In città, nelle scorse ore, è arrivato il segretario regionale del partito, Davide Faraone. Ha scelto Gela per avviare un mini “tour” tra le aree siciliane classificate come Siti di interesse nazionale, perché sottoposte al rischio industriale. Faraone, accompagnato dallo stato maggiore del partito cittadino, ha fatto visita anche all’area dell’ex discarica Cipolla, una delle tante bombe ecologiche che intaccano il territorio. “Il presidente della Regione Nello Musumeci e il ministro Sergio Costa, sulle bonifiche, stanno dormendo – spiega – il governo Gentiloni ha stanziato oltre 550 milioni di euro e in Sicilia non sono ancora stati utilizzati. La nostra azione sarà anche politica, con una serie di iniziative parlamentari, alla Camera, al Senato e all’Ars. Musumeci deve essere chiaro e dirci cosa voglia fare per le aree Sin. A Gela, come indicato nel rapporto Sentieri dell’Istituto Superiore di Sanità, ci sono tassi sopra la media di malformazioni e patologie oncologiche”. Faraone, nei prossimi giorni, sarà anche nelle altre aree Sin siciliane. Ad accompagnarlo, in città, c’erano appunto il deputato regionale Giuseppe Arancio e il segretario cittadino Peppe Di Cristina, ma anche i consiglieri comunali del partito e l’assessore Grazia Robilatte, alla quale il sindaco Lucio Greco ha assegnato la delega all’ambiente. “Stiamo lavorando su questa vicenda ormai da diverso tempo – dice ancora Di Cristina – tutto il gruppo parlamentare all’Ars sarà coinvolto”.
Arancio ha sottolineato alcune storture della gestione Musumeci, a cominciare dal fatto che l’ufficio bonifiche manca ancora di un dirigente. La politica inizia a farsi sentire dopo che per decenni le bonifiche non sono mai state al centro dell’agenda elettorale, scalzate dall’interesse alla sola produzione.
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